Quasi un centinaio di persone in fila fuori da una farmacia della città
“Non è concepibile fare ore di attesa in mezzo a una strada, con bambini piccoli, per eseguire il tampone”
CALOLZIOCORTE – “Quasi cento persone in fila, ore di attesa: un altro fermo immagine surreale di questo caotico periodo in cui il virus è tornato a impadronirsi delle nostre vite. Tutti fermi in coda in attesa di raggiungere il check-point della farmacia. Si capisce che il momento non è normale, che mette in croce il sistema sanitario, ma le istituzioni deputate, Ats e Comune, possono e devono subito intervenire per arginare questa disorganizzazione e disporre la gratuità dei tamponi”.
A intervenire sulla questione tamponi e sulle lunghe file per poterne effettuare uno è Diego Colosimo, consigliere di minoranza del gruppo Cambia Calolzio che parte della fotografia scattata fuori da una farmacia della città per fare alcune considerazioni.
“Le famiglie faticano a sostenere la spesa di 15 euro per ogni tampone, che spesso va ripetuto più volte e per le mascherine FFP2 che vanno buttate, per essere sicure, dopo otto ore. Sforzi economici che deve sostenere anche chi è vaccinato. Già a marzo dell’anno scorso e poi di nuovo anche a settembre avevamo invitato l’Amministrazione Comunale a contattare medici e infermieri in pensione del nostro territorio, per mettersi a disposizione, previ opportuni accordi, nelle varie scuole, per fare anche questi interventi di prevenzione. Cosa si aspetta ancora? Appare del tutto evidente che le sole farmacie non sono in grado di sostenere il servizio dei tamponi in favore dei bambini delle scuole e pertanto invitiamo il Sindaco di Calolziocorte, con la massima urgenza, a convocare l’Ats e i sindaci della valle San Martino per individuare ulteriori misure in grado di coprire questo disservizio”.
“Il Gruppo Civico Cambia Calolzio ritiene non concepibile fare ore di attesa in mezzo a una strada, con bambini piccoli, per eseguire il tampone come da richiesta dell’Ats – conclude Colosimo -. Tempo sottratto al diritto allo studio dei bambini con enormi disagi lavorativi per le famiglie”.