Sei interrogazioni presentate da ‘Insieme per Dervio’ in sede di consiglio comunale
“Molte domande abbiamo posto alla Giunta, insufficienti ed evasive le risposte. Le interrogazioni hanno evidenziato errori in una vicenda dai lati ancora oscuri”
DERVIO – Portata in consiglio comunale da ‘Insieme per Dervio’ la vicenda inerente l’immobile in via Martiri 9 a Dervio, acquistato dal Comune per dare spazio a un asilo nido e una biblioteca, il quale ha poi cambiato rotta e deciso di abbattere la casa per adibirvi una piazza con parcheggio annesso. Sei interrogazioni portate dalla minoranza lo scorso venerdì in sede d’assemblea, per segnalare errori e chiedere chiarimenti in merito all’edificio “che la Giunta voleva demolire già il 2 gennaio senza avere chiesto le necessarie autorizzazioni, e che la Soprintendenza di Milano ha quindi bloccato in attesa che il Comune avviasse le procedure richieste”, afferma il gruppo.
“Molte le domande che abbiamo posto alla Giunta – continua la minoranza – ma insufficienti o evasive sono state le risposte. Abbiamo chiesto come mai sia stato affidato un incarico di progettazione per la sistemazione dell’area quando la Giunta aveva scritto in più di una delibera di aver ricevuto dall’ufficio tecnico un progetto in tal senso: il sindaco ha risposto che si è trattato di un errore. Abbiamo chiesto come mai la Giunta abbia cercato di demolire l’edificio senza attendere le necessarie autorizzazioni (se l’intervento non fosse stato bloccato dalla Soprintendenza avrebbe potuto comportare, secondo la legge, sanzioni penali e pecuniarie): l’assessore ai lavori pubblici ha risposto che potrebbe aver sbagliato”.
Le interrogazioni sono poi proseguite: “Abbiamo chiesto come mai l’edificio, attualmente sotto tutela della Soprintendenza, col conseguente divieto di rimuovere o modificare alcunché al suo interno, sia già stato invece spogliato di arredi e attrezzature varie da persone non meglio identificate, che hanno quindi potuto accedere all’edificio quando invece ai consiglieri di minoranza è stato vietato l’accesso anche solo per un sopralluogo, in quanto ritenuto pericoloso…Abbiamo chiesto come mai non sia stata ordinata la chiusura della strada adiacente già il 27 dicembre, quando l’ufficio tecnico comunale scriveva in una relazione che l’edificio rappresentava un ‘pericolo di crollo ai danni della pubblica via’, ma sia avvenuta solo dopo la nostra interrogazione del 10 gennaio, e ci è stato assicurato che il Comune ha a cuore l’incolumità dei cittadini: ma se ci sono davvero tutti questi pericoli la strada andava chiusa subito, se invece la gente ha potuto girare liberamente sotto l’edificio forse la situazione non è poi così grave”.
Penultima e ultima interrogazione sull’immobile: “Abbiamo chiesto con quali provvedimenti si intenda impedire l’accesso a municipio, palestra e scuola primaria visto che la casa rappresenterebbe un ‘pericolo di crollo ai danni degli edifici adiacenti’ come indicato nella relazione dell’ufficio tecnico, e ci è stato risposto che non ci sono pericoli per chi frequenta questi edifici: ma allora perché scrivere affermazioni tanto gravi nella relazione se poi non hanno alcun seguito? Abbiamo chiesto come mai nella delibera per l’intervento di demolizione dell’edificio siano presenti evidenti errori nei calcoli e nei documenti allegati: gli errori sono stati ammessi, le correzioni verranno fatte prossimamente, ma intanto la delibera (di dicembre) è ancora in vigore come se niente fosse”.
Per la minoranza la questione continua a presentare molti lati oscuri: “Le nostre domande hanno evidenziato numerosi errori commessi dall’amministrazione, corretti dopo le nostre segnalazioni o che ci è stato promesso di sistemare in futuro. La Giunta ha avviato un intervento senza rispettare le regole, che invece chiede tutti i giorni di rispettare ai cittadini: ormai un carattere distintivo di questa amministrazione”.
Corenno e il video proibito
Oltre alla casa adiacente al Municipio, rivolta un’interrogazione per comprendere quali provvedimenti fossero stati presi a seguito della pubblicazione sulla pagina Facebook istituzionale del Comune di un video girato a Corenno da un cittadino, poi rimosso. “La Giunta, nel regolamento istitutivo del ticket di Corenno, aveva previsto per chi fa riprese video la necessità di un’autorizzazione e il pagamento di una tassa, oltre naturalmente al pagamento del ticket di accesso – spiega la minoranza -. A nulla è valsa la nostra richiesta di spiegazioni: questo fortunato cittadino non ha dovuto chiedere autorizzazioni, pagare tasse e tanto meno il famigerato ticket, e non ha pagato nemmeno la sosta o un’eventuale multa per il veicolo che nel video campeggia sulla piazza fuori dagli spazi di sosta. A tutti gli altri ignari visitatori, evidentemente di serie B, la Giunta continua invece a far pagare il balzello, anche in questo caso applicando due pesi e due misure”.