Spese pazze al Pirellone: condannati 52 indagati su 57
La pena più pesante per il lecchese Stefano Galli, ex capogruppo della Lega
LECCO – Arriva come un terremoto la sentenza emessa venerdì’ dal Tribunale di Milano sul caso ‘Rimborsopoli’, sulle spese ‘pazze’ in Regione Lombardia: dei 57 politici finiti a processo, i giudici della decima sezione penale hanno condannato 52 imputati, tra loro nomi noti e anche politici del centrodestra lecchese.
Due anni e sei mesi è la condanna inflitta a Renzo Bossi, figlio di Umberto fondatore della Lega Nord, un anno e otto mesi per Nicole Minetti, ex igienista dentale di Silvio Berlusconi.
Tra i nomi dei condannati compaiono anche quelli di Stefano Galli, lecchese ed ex capogruppo del Carroccio Consiglio Regionale, che ha ricevuto la pena pi rilevante (4 anni e 8 mesi) e quello di Giulio Boscagli, ex assessore regionale in quota PDL e già sindaco di Lecco, condannato a 2 anni e 5 mesi.
Sotto la lente d’ingrandimento dei giudici i rimborsi chiesti dagli allora consiglieri e assessori del Pirellone.
Tra le spese contestate al leghista Galli ci sono quei 6 mila euro che il capogruppo del Carroccio avrebbe impiegato per il pranzo del matrimonio della figlia messo in conto alla Regione. Anche il suo genero Corrado Paroli è stato condannato a 2 anni e sei mesi per il contratto di consulenza in Regione di circa 196 mila euro lordi che avrebbe ottenuto attraverso il suocero.
All’ex assessore Giulio Boscagli, invece, è stato contestato l’acquisto di tre I-Pad per un valore di 2600 euro.
“Impugneremo la sentenza, come faranno tutti gli imputati a cui è stato riconosciuto il reato di peculato. Boscagli ha agito nella liceità, usando i fondi che erano previsti dalla legge regionale per fini inerenti al mandato, senza dolo” – spiega il suo legale Richard Martini.
Di nuovo in casa Lega, condanna anche per Giulio De Capitani, ex assessore regionale all’Agricoltura , la Procura gli contestava circa 5 mila euro per materiale di cancelleria, spese telefoniche e pasti al ristorante.
Un anno, sei mesi e pena sospesa per Ugo Parolo, leghista di Colico già parlamentare, la condanna minima prevista in quanto aveva provveduto a restituire le cifre contestate, circa 15 mila euro.
Aveva scelto il rito abbreviato un altro politico lecchese, in questo caso di centro sinistra, l’ex consigliere del Pd, Carlo Spreafico, condannato a due anni di reclusione.
Tra le spese che venivano contestate a Spreafico quelle per elettrodomestici, dvd, quadri e il ‘famoso’ barattolo di Nutella.