Ieri sera, giovedì, la presentazione ufficiale della candidatura del ponte di Paderno insieme ad altri 5 “giganti” europei
Una candidatura transnazionale e dal forte respiro europeo che unisce i ponti ad arco realizzati alla fine dell’Ottocento in Italia, Francia, Portogallo e Germania
PADERNO – Sei ponti europei uniti nel sogno di diventare patrimonio Unesco. E’ stata presentata ufficialmente ieri sera, giovedì, a Cascina Maria la candidatura del San Michele, il viadotto di fine Ottocento che collega Paderno a Calusco, alla lista del patrimonio dell’umanità insieme ad altri cinque ponti europei, situati in Portogallo, Francia e Germania, caratterizzati dalla tipica architettura ad arco di fine Ottocento.
Un progetto nato anni fa e che ora, con il coinvolgimento dei partner europei, ha assunto una valenza transnazionale, come sottolineato dal sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio, intervenuto subito dopo i saluti del suo vice Gianpaolo Villa: “Non nascondo questa sera una certa emozione perché questo progetto, nato per valorizzare un’opera ingegneristica importante inserita in un contesto eccezionale come quello dell’Adda, ha acquisito negli anni un respiro europeo. Di fronte a noi abbiamo una sfida che è al tempo stesso di conservazione e di sviluppo di un ponte, il San Michele, che può diventare ancora di più un volano per la scoperta del territorio, trasformandosi nella porta nobile di accesso alla Brianza collinare. Siamo partiti con una grande speranza e l’obiettivo è quello di arrivare fino in fondo a un percorso che vede coinvolti due territori”.
La sfida vede infatti procedere a braccetto (a differenza di quanto sta avvenendo per la realizzazione dei nuovi ponti sull’Adda), le due amministrazioni comunali che si specchiano nell’Adda, unite dal ponte:
“Ero stato eletto sindaco da poco quando ho ricevuto l’invito a partecipare a un primo convegno in Germania – ha ricordato Michele Pellegrini, primo cittadino di Calusco, andando con la memoria l 2017 – . Sosteniamo la candidatura perché vogliamo che venga conservato in modo efficiente e in sicurezza come percorso pedonale (Rfi, proprietaria del manufatto, ha previsto la dismissione del ponte ferroviario e carrabile entro il 2030 ndr) per dare a cittadini e turisti la possibilità di ammirare il contesto ambientale unico in cui si trova”.
Ad aprile del 2022 è in programma un convegno internazionale in Italia, dove si parlerà nuovamente della candidatura del San Michele e degli altri cinque ponti, a cui stanno lavorando l’associazione Habitat di Paderno e la consulta delle associazioni di Calusco grazie all’apporto fornito da Links, società di Torino specializzata nel settore con all’attivo, tra le altre, la candidatura Unesco di Porto Venere e delle Cinque Terre e dei vitivinicoli del Piemonte. “Sappiamo che un percorso di candidatura Unesco è lungo e la conclusione non è certa – ha esordito Marco Valle, collegato da remoto all’incontro insieme alla collega Silvia Soldano – . Diventare un sito Unesco vuol dire entrare a far parte di un tavolo internazionale e lavorare in rete con altri siti. E qui sarebbe molto interessante ‘sfruttare’ la vicinanza con Crespi e Bergamo, creando tre siti Unesco differenti, ma vicini”.
Senza troppi giri di parola, Valle ha sottolineato come il requisito richiesto per entrare nel patrimonio dell’umanità sia quello di aver un valore universale eccezionale, riconosciuto rispondendo ad almeno uno dei 10 criteri previsti. L’idea è quella di puntare, nella candidatura seriale dei ponti, San Michele incluso, sull’interscambio di valori umani creati e sulla tipologia edilizia con cui l’opera d’arte è stata realizzata. “Ognuno di questi sei ponte racconta un pezzo di storia dei grandi ponti ad arco del Novecento in ferro e acciaio, assumendo un valore eccezionale”.
Il progetto verrà presentato da una nazione capofila che terrà le fila del percorso, portando avanti la candidatura dei grandi ponti ad arco del 19° secolo in cui sono compresi il ponte Maria Pia in Portogallo, concluso nel 1877, su progetto di Gustave Eiffel; il Viaduc de Garabit, in Francia, che rimase il più alto del mondo fino al 1909; il Dom Luis I a Porto, in Portogallo; il San Michele fra Calusco e Paderno; il Mungdtener Brucke in Germania e il Viaduc du Viaur, in Francia.
All’incontro erano collegati da remoto anche il consigliere del Parco Adda Nord Ignazio Ravasio e il responsabile di Rfi Lombardia Luca Cavicchioli, che ha ribadito il supporto nel portare avanti una candidatura che arriva dopo gli importanti lavori di manutenzione dell’infrastruttura conclusi da pochissimo. Presenti in sala Valter Motta, presidente dell’associazione Habitat, Silvia di Fonso della consulta delle associazioni caluschesi e il presidente vicario della Provincia di Lecco Bruno Crippa.