Da 1 aprile sono cambiate le regole della quarantena, nel lecchese sono 3900 le persone in isolamento
Signorelli: “La nuova variante più contagiosa della precedente ma l’aumento dei casi è frenato”
LECCO – Fine dell’emergenza, inizio della convivenza: in realtà, da ormai due anni la nostra quotidianità fa i conti con la pandemia ma dal 1 aprile, con la fine dello stato di emergenza decreta dal Governo, si sono fatte meno stringenti le misure che la regolano,
Il Covid non ha smesso di circolare e infatti, secondo i dati di ATS Brianza, sono circa 3900 i lecchesi ancora in quarantena a causa del virus, un numero contenuto (a inizio gennaio erano 4 mila solo gli studenti che si trovavano in isolamento domiciliare) e ridotto anche alle nuove disposizioni introdotte sulla quarantena.
Dal 1° aprile è infatti scomparsa la quarantena da contatto. In pratica se si è venuti a contatto con un positivo non è più necessario osservare la quarantena che resterà obbligatoria solo per i casi positivi, a prescindere dallo stato vaccinale, con le regole già stabilite dal Ministero della Salute: 7 giorni di isolamento per i vaccinati al termine dei quali potranno effettuare il test e 10 giorni di isolamento per i non vaccinati, al termine dei quali potranno effettuare il test.
Per i contatti di positivi è invece consigliato il regime di auto-sorveglianza. Chi è sintomatico invece dovrà attendere almeno tre giorni dalla scomparsa dei sintomi per effettuare un test e verificare la guarigione.
Nel frattempo sono 58 i malati ricoverati all’ospedale di Lecco, un dato (diffuso ieri dall’azienda ospedaliera) e in lieve crescita rispetto i precedenti bollettini, mentre continua ad oscillare il dato dei contagi giornalieri in provincia.
Cosa dobbiamo aspettarci per le prossime settimane? “Sicuramente le pandemie non finiscono per decreto. Dunque dobbiamo ancora tenere monitorata la situazione” spiega il prof. Carlo Signorelli, esperto di sanità pubblica e medicina preventiva, già tra i consulenti di Regione Lombardia durante la fase più critica dell’emergenza.
“Questo nuovo picco di casi è dovuto all’ultima variante del virus (Omicron 2) che sembra essere più contagiosa della precedente, quindi occorre sempre essere prudenti, anche se la risalita dei casi appare comunque frenata – aggiunge Signorelli – lo stesso vale per i ricoveri ospedali che già dalla quarta ondata abbiamo visto fortunatamente essere contenuti. Con la Primavera già iniziata e poi l’estate, fruendo maggiormente di spazi all’aperto per la socialità, il pericolo si riduce e questo dovrebbe ridurre i contagi”.
In questi giorni si sta valutando la possibilità di effettuare una quarta dose di vaccino per i più fragili. “Servirà ulteriore tempo per avere un quadro completo sull’attuale andamento della pandemia – conclude Signorelli – ma questo picco ci ha ricordato che ancora non ne siamo usciti”.