Ci scrive Paola, sorella di un medico rianimatore in servizio all’ospedale di Lecco
La preoccupazione e l’invito a chi può di aiutare, anche con pasti caldi
LECCO – “Buonasera cari Lecchesi,
sono la sorella di un medico rianimatore dell’ospedale di Lecco e vedere nei suoi occhi così tanta sofferenza mi spezza il cuore. Vorrei condividere con voi una riflessione.
In queste terribili settimane medici ed infermieri non stanno dando il meglio di sè, stanno offrendo tutto ciò che hanno, dal loro tempo alla loro anima, a tutti noi e per tutti noi. Solo grazie a donazioni di cibo da parte di privati con il cuore grande, a cui so essi sono molto grati, riescono ad ingoiare, mi si passi il termine, un panino o una brioche che trovano nella cucina del reparto di rianimazione.
Ma come fanno a stare in forze cibandosi solo di quello? Il tempo per andare nella mensa dell’ospedale non ce l’hanno più: lottano per salvare la vita, incessantemente.
Se avessi una bacchetta magica farei sparire il virus, certo, ma posso solo condividere con voi l’idea che la mia magia cucini e consegni direttamente nel reparto di rianimazione pasti caldi; senza burocrazia.
Grazie per il vostro tempo”.
Paola