Solo un centinaio di ricoverati Covid, l’ospedale guarda avanti (ma si tiene pronto)

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Anche negli ospedali di Lecco e Merate superata la fase critica della pandemia

Sono 119 i ricoverati, erano 541 a fine marzo. Si prepara la riorganizzazione

LECCO – L’onda lunga dell’emergenza Coronavirus si è esaurita anche tra i reparti degli ospedali di Lecco e Merate: i numeri oggi sono ben diversi da quelli di due mesi fa e sono diminuiti di quasi cinque volte rispetto alla piena della pandemia.

Il Manzoni conta ora 81 pazienti Covid ricoverati e 38 sono invece i malati al Mandic di Merate, nulla a che vedere con il picco toccato il 28 marzo scorso di 541 persone infette ospitate nelle due strutture ospedaliere. Il dato dei decessi totali registrati nei due ospedali è di 347 vittime di Coronavirus.

A Lecco ora restano solo sei pazienti in rianimazione e un solo paziente sottoposto a Cpap per aiutarlo nella respirazione, nel presidio meratese invece non ci sono più malati Covid in rianimazione.

Paolo Favini, direttore dell’ASST di Lecco

“Si sta tornando gradualmente ad ospitare solo le patologie abituali – ci spiega il direttore generale dell’ASST di Lecco, Paolo Favini – all’inizio di questa emergenza, al Manzoni avevamo a disposizione 14 posti in rianimazione, siamo riusciti a crearne una sessantina allestendo con i respiratori anche le sale operatorie e ci siamo dotati di un centinaio di Cpap. In questo momento, prudenzialmente, non andremo a smantellare quelle sale operatorie, le terremo pronte in caso di necessità, per non farci cogliere impreparati nel caso occorrano”.

Percorsi differenziati per i pazienti

Nel frattempo l’ospedale ha già predisposto dei percorsi differenziati per malati Covid e no Covid che saranno ulteriormente strutturati: “Stiamo preparando la riorganizzazione in itinere con le delibere che arrivano da Regione Lombardia. In questa fase, in cui il Covid è ancora presente, è necessario garantire percorsi differenziati per pazienti che giungono in ospedale per tutte le altre patologie ma che possono anche essere positivi al Coronavirus e quindi vanno separati dai pazienti non infetti, con un’area filtro anche per quei pazienti con sintomi che però non hanno ancora effettuato il tampone”.

L’ingresso dell’ospedale Manzoni allestito durante l’emergenza

La delibera regionale prevede infatti l’istituzione di aree di degenza differenti per pazienti Covid (‘Area Rossa’) o no Covid (‘Area Verde’) ed un terzo settore di osservazione (‘Area Grigia’) per pazienti “probabilmente Covid” che dovranno essere tenuti in stanze singole e trattati dal personale con le stesse misure di protezione delle aree Covid.

L’ospedale di Bellano torna presidio di riabilitazione

Segno della fine dell’emergenza è anche il ritorno alla sola medicina riabilitativa dell’ospedale di Bellano, che inizialmente era stato identificato come struttura utile per il post degenza dei malati Covid non acuti. Ve ne erano stati collocati una decina, poi i trasferimenti si erano interrotti per mancanza di personale infermieristico.

L’ospedale di Bellano

Il calo dei numeri di malati ha convito la direzione sanitaria a fermare il progetto. “In quel momento avevamo una forte necessità di liberare posti negli ospedali per i nuovi pazienti – ricorda Favini – e a Bellano vi era la possibilità di trasferire fino a 25 pazienti non acuti ma che dovevano restare in osservazione sanitaria. Quella pressione si è fortunatamente esaurita e abbiamo restituito quindi a Bellano la sua funzionalità precedente, anche se oggi stiamo pensando ad una sua centralità maggiore in quel contesto territoriale”.

Tamponi: il laboratori si potenzia

L’ospedale di Lecco già da diverse settimane processa i tamponi, oltre che effettuare i test sierologici, e presto le potenzialità del laboratorio del Manzoni potrebbero essere incrementate.

“Riguardo al sierologico riusciamo già a smaltire le richieste nei numeri previsti dalla normativa, riguardo ai tamponi invece – spiega Favini – una quota vengono ancora inviati all’ospedale Niguarda di Milano. A breve però dovremo riuscire ad aumentare, con nuove strumentazioni, la capacità operativa rendendoci completamente autonomi da altre strutture e quindi ulteriormente pronti per rispondere alle urgenze”.

Duemila test sierologici ai dipendenti dell’ospedale

I primi a sottoporsi ai test sierologici, su scelta volontaria, sono stati gli operatori sanitari: 2077 sono stati gli inviti rivolti dall’ASST al suo personale, in 2017 hanno deciso di effettuare il test e di questi sono risultati positivi 236 e di quelli che hanno già effettuato il tampone, solo 10 hanno avuto esito positivo.

Proprio il numero di contagi tra il personale sanitario aveva messo in allarme i rappresentanti sindacali dei lavoratori. Sono oltre trecento i dipendenti risultati affetti da Coronavirus. “Abbiamo aperto sette reparti Covid a Lecco e sette a Merate – commenta il direttore generale – e con alto numero di pazienti, che ha superato i cinquecento a fine marzo, il rischio era fisiologicamente alto, indipendentemente dal fatto che siano stati usati correttamente tutti i presidi di protezione che la legislazione prescrive”.

Riguardo alle 800 assenze per malattia (vedi articolo) registrate tra marzo e aprile, il direttore puntualizza che ”quel conteggio comprende anche chi ha fatto un solo giorno di assenza per problemi diversi da Coronavirus, i tamponi effettuati – un migliaio complessivamente – hanno portato a identificare circa trecento casi di infezione”.