Gianfranco Longhi (Anmil): “Nel 2022 non si può e non si deve morire sul lavoro”

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Gianfranco Longhi

L’intervento dopo la morte di un lavoratore folgorato ad Annone Brianza

“Zero infortuni è un obiettivo possibile, anzi è un obbligo”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Gianfranco Longhi presidente territoriale di Lecco dell’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, a seguito dell‘ennesima morte sul lavoro avvenuta nei giorni scorsi ad Annone Brianza.

“Due morti sul lavoro in provincia di Lecco, tutto questo in una settimana. E’ decisamente troppo. Due incidenti evitabilissimi, due persone che avrebbero dovuto continuare a vivere la loro vita, due morti che ci obbligano a ripensare come organizzare la filiera del lavoro e questo con urgenza, non si può più aspettare. Due incidenti, uno in Brianza e l’altro in Valsassina, due territori con una grande tradizione di lavoro e lavoratori, due zone dove il lavoro fa parte del bagaglio culturale e sociale, dove è ragione di vita. Per questo c’è tanta rabbia. Nel 2022 non si può più, non si deve più morire durante il lavoro. Le norme ci sono, le sicurezze ci sono, i dispositivi sia individuali che generali se attivati sono efficaci e allora perché si deve perdere la vita sul luogo di lavoro? Allora è arrivato il momento di dire basta, di far si che la tecnologia avanzi di pari passo con la sicurezza. Tutte le componenti del mondo del lavoro si devono sentire responsabili di tutti gli incidenti che accadono e si devono sentire obbligati a porvi rimedio. Zero infortuni è un obiettivo possibile, anzi è un obbligo.
Prevenzione, non si può più rimuovere, non applicare o “dimenticare” le sicurezze. Formazione: si deve partire dalla scuola per un percorso formativo che consenta di entrare nel mondo del lavoro come operatori consapevoli. Consapevoli che l’apprendimento tecnologico sia in parallelo con quello della sicurezza. Devono viaggiare insieme, la sicurezza non deve rimanere perennemente indietro. E poi l’attenzione e la comunicazione, quando si lavora in equipe tutti devono sapere cosa sta facendo l’altro.
Tristezza, tanta tristezza. Quando una persona esce per andare al lavoro e non rientra più a casa per un drammatico incidente, oltre a lui, vengono coinvolti parenti, amici, compagni di lavoro, conoscenti e a volte intere comunità. Per molte persone cambia la vita.
Basta parole, si deve cominciare a “fare”. Tutti assieme, ognuno per le sue competenze, nessuno è escluso o si deve sentire esentato”.

Presidente territoriale Anmil di Lecco
Gianfranco Longhi