LECCO – Sul ramo di Lecco del Lago di Como ci sono posti che vi lasceranno incantati, luoghi da visitare almeno una volta, imperdibili sia per i turisti sia per chi sul lago ci abita e non ha ancora avuto l’occasione di scoprirli.
Luoghi che affondano la loro bellezza nella storia dell’Alto Lario lecchese, edifici storici come Villa Monastero e Villa Cipressi a Varenna, antichi borghi come quello di Corenno Plinio a Dervio, il Castello di Vezio, lo spettacolo naturale dell’Orrido di Bellano, l’Abbazia di Piona a Colico.
Posti da visitare a tappe, perché no in un unico weekend, oppure tornando sul nostro lago alla prima occasione. Scopriamoli:
Villa Monastero e Villa Cipressi di Varenna
Varenna è la cittadina più caratteristica della sponda lecchese del lago, la ‘Perla del Lario’ come viene definita per la sua bellezza e Villa Monastero è la sua principale attrazione. Una villa storica affacciata al lago e sullo sfondo Bellagio e la sponda comasca con le sue montagne.
Nata come monastero femminile alla fine del XII secolo, Villa Monastero è stata trasformata come residenza dalla famiglia Mornico della Valsassina e impreziosita nei decenni a venire dai successivi proprietari. Nel 1936 Villa Monastero è stata donata alla collettività per diventare una casa museo. L’edificio ospita un bellissimo giardino botanico e un centro convegni.
La Casa Museo di Villa Monastero raccoglie le testimonianze lasciate nel tempo dai suoi proprietari; quattro secoli di storia, gusto e stile che si sovrappongono e si fondono formando un gioiello sul Lago di Como. Dall’Ottocento, infatti, la Villa è sempre stata non solo abitata, ma anche intensamente frequentata da personaggi di spicco del panorama culturale e artistico italiano ed europeo.
Nei 14 ambienti interamente arredati, dalla sala del Bigliardo a quella della Musica, dal salottino Mornico alla camera padronale e alla sala Nera, con i preziosi mobili di Michelangelo Guggenheim e le interessanti e rare carte da parati, i visitatori hanno la possibilità di vivere in prima persona nel passato, ammirando la raffinatezza delle decorazioni e degli arredi, la ricchezza dei materiali e la varietà degli stili.
Qui tutte le informazioni, prezzi e orari di apertura di Villa Monastero
Accanto vi è Villa Cipressi, un complesso di edifici e giardini ricchi di storia. Fu di proprietà della nobile famiglia Serponti (1163), del Barone Isimbaldi (fine ‘700), della famiglia Andreossi, che ne curò in particolare il Parco, di Sir Astley e Sir Salton (primi ‘900) e per ultimo l’editore Accame.
Nel 1980 viene acquistata mediante una pubblica volontaria sottoscrizione dai varennesi e amici di Varenna per essere destinata ad uso pubblico. Di proprietà di enti pubblici, principalmente del Comune di Varenna, ospita 30 camere, un ristorante e una sala eventi destinata sia a meeting che a cerimonie.
Come Villa Monastero è adornata da un magnifico giardino botanico che racconta la biodiversità del Bel Paese. E’ possibile visitare entrambi i giardini con un biglietto cumulativo.
Qui tutte le informazioni, prezzi e orari di apertura dei giardini di Villa Cipressi
Il castello di Vezio
La sua torre sovrasta Varenna, la ‘perla del Lario’, così come viene definita la bella cittadina rivierasca, e la sua origine è antica quanto la sua storia, lunga oltre un millennio: il Castello di Vezio è una tappa incantevole da non perdere per chi visita ramo lecchese del lago di Como.
Potrebbe risalire all’epoca dei romani la realizzazione di questo avamposto, costruito in un punto strategico per sorvegliare dall’alto l’area circostante, il lago e la strada che da Bellano portava verso Esino Lario. Vezio era infatti un nome di origine romana, diffuso tra alcune famiglie stanziate anche nel comasco.
Un racconto popolare lega la costruzione del castello alla regina lombarda Teodolinda, che negli ultimi anni trascorsi a Perledo avrebbe fatto erigere sia la chiesa di San Martino e il castello insieme all’oratorio Sant’Antonio per lasciare un segno della cristianità del suo dominio.
Una leggenda, così come incerta è l’attribuzione dell’edificio agli esuli dell’Isola Comacina che dal comasco sarebbero giunti sulle rive lecchese, edificando la roccaforte. Più probabile che la costruzione sia stata preesistente all’arrivo dei comacini ed interessata, così come il borgo di Varenna, da un importante intervento edilizio e di fortificazione, con la realizzazione anche di muraglioni che collegavano il forte al paese.
La torre di avvistamento, a base quadrata, è sicuramente uno dei punto di interesse principali, da lì è possibile ammirare il bellissimo panorama su Varenna e sulle rive opposte, quelle comasche, e monti lariani che ergono sullo specchio d’acqua.
Ma c’è anche un lato sotterraneo, quello dei giardini oggi parzialmente visitabili e in passato utilizzati come appostamento dei soldati durante la Prima Guerra Mondiale; Varenna era infatti parte di quel tracciato definito come Linea Cadorna, il fronte difensivo che avrebbe dovuto fermare un possibile tentativo dei tedeschi di scendere verso l’Italia attraverso la Svizzera.
Sotterranei sono anche dei ritrovamenti fossili di un animale antico, il dinosauro del Lario, o meglio il Lariosauro come è stato chiamato questo rettile acquatico che poteva raggiungere il metro di lunghezza e che viveva nella zone paludose e lagunari che nel Triassico Medio si estendevano nella zona di Perledo e Varenna dove sono stati rinvenuti i resti di questo sauropode. Il Castello di Vezio ha dedicato al Lariosauro una mostra permanente all’interno della torre dove hanno trovato esposizione i calci dei diversi esemplari ritrovati.
Il passato e le tradizioni del Medioevo non sono solo un ricordo al castello, ma rivivono nella pratica della falconeria che è uno dei momenti più attrattivi per i visitatori della roccaforte, catturando l’attenzione di grandi e piccini.
Qui informazioni, costi e orari di apertura del Castello di Vezio
L’Orrido di Bellano
Qui l’uomo c’entra poco, è la natura ad offrire uno spettacolo agli occhi dei visitatori e l’Orrido di Bellano ne richiama a migliaia ogni anno. Si tratta di una gola naturale creata dal fiume Pioverna le cui acque, nel corso dei secoli, hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche. I tetri anfratti, il cupo rimbombo delle acque tumultuose che hanno ispirato moltissimi scrittori, hanno fatto dell’Orrido la località turistica più nota del Lario.
Delle passerelle ci portano per circa 350 metri all’interno della gola ha presto il percorso si amplierà grazie ad un progetto che è in fase di compimento proprio durante l’estate 2020, con la posa di nuove passerelle per altri 350 metri circa che ‘raddoppieranno’ lo spettacolo.
All’ingresso della gola è presente la Cà del Diavol, così come chiamato il vecchio edificio che col proprio nome evoca nell’immaginario collettivo paure e riti satanici, rendendo palpabile il fascino misterioso del luogo.
Qui informazioni, costi e orari di apertura dell’Orrido di Bellano
Corenno Plinio a Dervio
Risalendo il lago, una tappa imperdibile è Corenno Plinio a Dervio: piccolo e suggestivo borgo medioevale, caratteristico per le sue strette viuzze abbellite dai fiori e dalle sue scalinate che consentono di raggiungere il lago e il suo piccolo molo.
Corenno fu data in feudo nel 1277 dall’Arcivescovo di Milano Ottone Visconti agli Andreani (o Andriani) che la mantennero fino al 1553, quando passò agli Sfondrati, pur nel persistere di alcuni diritti dei feudatari originari che ripresero il controllo del feudo dal 1718 al 1797 e mantennero anche in seguito il possesso del castello, ancora oggi di proprietà degli eredi.
A persone di questa famiglia sono dedicati i monumenti sepolcrali del XIV secolo ora posti sul piazzale della chiesa, dedicata a San Tommaso di Canterbury ed eretta a parrocchia autonoma nel 1566 da San Carlo Borromeo. Nel 1863 a Corenno venne aggiunto l’appellativo di “Plinio”, e dal 1928 Corenno Plinio entrò a fare parte del Comune di Dervio.
In cima al promontorio della frazione di Corenno si innalza il Castello della antica famiglia Andriani, ora estinta. Fu realizzato nel XIV sec. sui resti di una antica fortezza, come recinto difensivo, e presenta due torri, una quadrata a nord ed una a vela, con l’ingresso rivolto sulla piazza di Corenno.
Grazie agli accordi intervenuti tra l’Amministrazione Comunale e la proprietà, il castello è ora visitabile mediante visite guidate che nel 2012 hanno assunto una cadenza mensile e sono state ripetute ogni primo sabato del mese fino ad ottobre; la partecipazione è gratuita, con prenotazione, e avviene per gruppi a numero chiuso con inizio ogni 30 minuti.
Qui informazioni ulteriori su visite a Corenno Plinio a il suo castello
L’Abbazia di Piona
Un luogo dove il tempo pare essersi fermato tra lago e montagne, in una cornice suggestiva e carica di spiritualità: l‘Abbazia di Piona a Colico ha oltrepassato i secoli e giunge a noi intatta, nel suo patrimonio storico, meta dell’interesse di migliaia di visitatori ogni anno, e autentica, nella vita della comunità dei monaci Cistercensi,che li vi risiede.
Situata sulla penisola Olgiasca, la si raggiunge seguendo la strada che costeggia il lago, per poi salire verso la località che dà il nome al promontorio ed inoltrarsi lungo una strada ciottolata per circa due chilometri. Lì, isolata da tutto e circondata dalla bellezza della natura, era stata edificata in origine l’antica chiesa di San Giustina, risalente all’epoca Medioevale, precedente alla realizzazione del priorato e all’attuale chiesa di San Nicola, realizzata nel XII Secolo e il bellissimo chiostro interno.
L’attività monastica a Piona si concluse nel 1400 e quattro secoli dopo la Repubblica Napoleonica Cisalpina, che aveva incamerato i beni della chiesa e tra questi anche i monasteri, vendette l’abbazia ai privati, finché, in tempi più recenti, nel 1939, l’ultima famiglia di possidenti, i Rocca di Pianello Lario, decise di invitare i cistercensi ad inviare una propria comunità in questo luogo.
Le statue di San Benedetto, di San Bernardo di Chiaravalle e della Santa Vergine accolgono ancora oggi viandanti e visitatori lungo l’accesso per l’abbazia.
Il lavoro agricolo è la principale occupazione dei monaci: un uliveto, piante da frutto, sono circa 5 ettari di terreno coltivato ed è tutto lavoro sostenuti dai monaci. C’è l’attività di erboristeria, con la produzione di tisane, e la liquoreria.
Prodotti che non sono solo per il consumo interno all’abbazia m in vendita ai visitatori, presso il negozietto situato all’ingresso del priorato. Tra questi prodotti, ci sono anche liquori come le Gocce Imperiali, un distillato di erbe utilizzato a gocce appunto per il loro altissimo grado alcolico (90°), utili per le particolari proprietà digestive.
Qui informazioni ulteriori e orari di apertura dell’Abbazia di Piona.
In un ulteriore articolo parleremo anche del Forte di Fuentes, un gioiello della storia recente visitabile a Colico