Attentato di Barcellona. “La Polizia ha chiesto di rimanere tutti in casa”

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    Uno scorcio della Rambla (foto Google Map)

     

    BARCELLONA – “La Polizia ha vivamente consigliato di non uscire di casa. Di non recarsi a Barcellona e nemmeno alla Rocca”. Le parole sono quelle di Mariateresa Rigoni, lecchese di nascita e da 18 anni residente a Barcellona dove è proprietaria dell’azienda Euroallergy. “Non vivo nelle vicinanze della Rambla, sono a circa 20 km di distanza, ma alla televisione il monito è stato chiaro, ed è stato quello di non uscire di casa e di evitare di andare a Barcellona”.

    Evidente e palpabile il clima di tensione che si sta vivendo nella capitale della Catalogna dove oggi pomeriggio, giovedì, alle 17, un furgone è piombato sulla folla lungo la Rambla de Canaletes, nella parte a ridosso della grande Plaça de Catalunya, all’altezza di Carrer Bonsuccés, fino a raggiungere il mercato della Boqueria. Sull’asfalto esanime sono rimaste 13 persone mentre una novantina i feriti: questo il bollettino di quello che è stato dichiarato un attentato in piena regola.

    “Sulla Rambla ci sono stata tre giorni fa – prosegue la signora Rigoni – Non oso immaginare quanta gente ci possa essere stata oggi pomeriggio. E’ uno dei posti più emblematici e conosciuti di Barcellona, in Spagna e nel mondo. Il punto in cui è avvenuto l’attentato è quello vicino al punto in cui arrivano i mezzi pubblici, bus e metro e da questa via si raggiunge il mare. La tensione è alta. Fino ad oggi, nonostante quanto già accaduto in Spagna ma anche in altri Paesi d’Europa, la gente viveva con certa tranquillità e serenità, inutile dire che da oggi il clima cambierà”.

    Tornando all’attentato di oggi, la signora Rigoni conferma che la polizia sarebbe sulle tracce di altri due complici, mentre il furgone, sarebbe stato noleggiato a 30 chilometri da Barcellona da un magrebino che si chiamerebbe Driss Oukabir.

    Uno scorcio su Plaza Real, comunicante con La Rambla. Deserta, dopo l’attentato (foto di Lorenzo, da Barcellona)

     

    Bruno Vergottini, valmadrerese, vive invece in città da alcuni anni con la moglie Veronica. La loro casa non è nelle immediate vicinanze della Rambla ma l’atmosfera che si respira non è meno triste: “La città accusa il colpo” commenta Bruno, che ha saputo dell’attentato appena atterrato all’aeroporto della città catalana. “Rientravo dall’Italia, da Lecco, dove ho trascorso due giorni in famiglia. Ho acceso il telefono, dopo 10 minuti sono stato tempestato di messaggi e chiamate e ho realizzato cos’era successo”.

    “Barcellona è deserta questa sera, il piano antiterrorismo è entrato in azione:la città è completamente bloccata, specialmente la zona dell’attentato. E’ molto triste, Barcellona è una città così viva e fantastica, non meritava questo attacco. Visca Barcelona! (Viva Barcellona in catalano, ndr)” ha concluso Bruno.