LECCO – Filippo Boscagli, capogruppo Pdl in consiglio comunale, interviene con una lettera per commentare quanto accaduto lunedì durante la seduta del consiglio comunale.
“…. esprimono occasione di disgregazione e lacerazione del tessuto sociale della città”. Di cosa starà parlando la maggioranza con questa frase? Quale incredibile avvenimento degli ultimi tempi sta distruggendo la convivenza civile, il benessere e la quotidianità dei lecchesi?
Certo si tratterà della crisi economica, la chiusura delle aziende che porta famiglie a toccare con mano il dramma di non sapere come arrivare a fine mese.
Forse si tratterà del rischio passato di vedere tagli al mondo dell’infanzia, creando gravissimi disagi mentre si fanno salti mortali per conciliare lavoro e famiglia.
Certo sarà il problema casa, punto nodale per giovani e non, del futuro Piano di Governo del territorio giunto forse con un anno di ritardi finalmente in aula.
Sicuramente il Consiglio avrà passato le ultime settimane a confrontarsi su un tema fondamentale per lecchesi e intera città, un tema che lacera e disgrega la nostra comunità!
Invece no! Chissà quanti anziani di Pescarenico, genitori di Germendo, dipendenti delle aziende di Olate ogni momento della propria giornata lo passano a pensare a quella targa posta allo stadio, quello sfregio alla democrazia che così tanto occupa i lavori del Palazzo Comunale! È questa la preoccupazione di chi oggi ci governa!
Per l’ennesima volta i lavori del Consiglio sono ostaggio dell’incapacità totale della maggioranza di parlare di cose che interessano la gente, propinando ad ogni seduta nuove assurdità ideologiche saltando da testamenti biologici a registri delle coppie di fatto, da giornate sulla transfobia a targhe e lapidi repubblichine fino al dibattito sui nomi femminili delle vie.
Non c’è traccia di Piano di Governo del Territorio, non c’è ombra di lavori pubblici (si veda la solita costante vergogna del Bione), il caos della stazione è lì sotto gli occhi di migliaia di pendolari, aumenta la tassa dei rifiuti senza nemmeno che te lo dicano, arriva l’IMU ma non sai cosa sarà e non c’è per problemi politici un assessore al Bilancio che te lo spieghi (e pensate se non avessimo messo in piedi la protesta sulle materne ora il taglio alle scuole sarebbe bello e fatto).…
Ma no, i problemi di Lecco sono una targa alla stadio, i nomi delle vie cittadine troppo maschili ed un comitato di partecipazione in più, al prossimo forse una mozione sui 22/30 scudetti della Juve, il gol di Muntari e le nuove coppie ad Amici!
Abbiamo sempre partecipato attivamente ai lavori in Comune, votando spesso in modo favorevole alle delibere che condividevamo al punto da non poter assolutamente esser accusati di strumentalità, ma ormai siamo al di là di ogni limite e dignità istituzionale.
I Consigli sono ormai un ricettacolo di rimostranze ideologiche in cui la maggioranza non ha più alcun contenuto da dare ma fa salti mortali per mostrarsi compatta senza nemmeno esser in grado di farlo come nel caso di ieri sera, inventando di sana pianta durante la seduta un maxiemendamento ad una mozione di cui non c’era alcuna necessità (la rimozione della targa allo stadio) creando un patetico pasticcio burocratico (la forma della presentazione inaccettabile) solo per far vedere che tutti gli uomini del centrosinistra erano gioiosamente d’accordo su un tema di tale portata…
peccato che le regole base della democrazia impongano che i consiglieri (tutti) abbiano il diritto di sapere di cosa si parli in consiglio e non si può arrivare alla terza ora di seduta a tirare fuori dal cilindro una qualsivoglia delibera perché così piace tanto alla maggioranza che la propone.
Solo il richiamo da parte dell’opposizione ha permesso che non si creasse un precedente grave, e si è così determinato il ritiro dell’ordine del giorno e la presentazione di un nuovo documento in un successivo Consiglio.
Lunedì prossimo il dibattito dell’unico punto (la targa allo stadio!!) avverrà con un Consiglio comunale ad hoc, nel quale si dibatterà esclusivamente questo argomento che la maggioranza ha già deciso come risolvere (sia rimossa!), nonostante sia sotto gli occhi di tutti la non urgenza rispetto ai problemi veri della città e dei cittadini.
È la rappresentazione chiara di chi utilizza le istituzioni come cosa propria, in sfregio alle vere necessità di governo, ad uso e consumo dei propri capricci e delle proprie dinamiche interne sempre più compromesse”.