Sindaco di Morterone e Presidente della Comunità Montana spiegano l’intervento di “alleggerimento” dei boschi di Morterone
MORTERONE – “Dopo il taglio piante ci sarà il rinverdimento del bosco, ma la pista taglia fuoco resterà, in quanto necessaria per consentire l’alleggerimento del bosco, come si dice in gergo, utile al suo mantenimento”. Così spiega il sindaco di Morterone, Avvocato Dario Pesenti, a fronte dell’ondata di critiche piovute in Rete e non solo a seguito del post sarcastico apparso sulla pagina Facebook del rifugio di Azzoni posto in cima al Resegone.
“Il progetto di questo intervento, che riguarda boschi comunali e privati, è stato presentato dal Comune di Morterone e ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessario dalla Conferenza dei Servizi composta tra l’altro da Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone e Riviera, Soprintendenza e Regione Lombardia attraverso l’UTR (Uffici Territoriali Regionali)”.
Una pista che l’opinione pubblica in questi giorni ha bollato come “un pugno nello stomaco” per non dire altro. Al riguardo il sindaco commenta: “Capiamo che la tracciatura fresca di questa pista è impattante, soprattutto se abbinata all’alleggerimento del bosco. Ma il tempo consentirà di rimarginare la ferita. Ovviamente la pista, come detto, resta e avrà una duplice valenza, sia quella di accedere a zone boschive inaccessibili che da decenni nessuno più cura consentendone, appunto, l’alleggerimento, sia come linea taglia fuoco”.
“E’ un progetto autorizzato e iniziato circa tre anni fa – spiega il presidente della Comunità Montana della Valsassina, Valvarrone e Riviera Fabio Canepari – Il taglio si è concluso nel 2022 e si è reso necessario per alleggerire il bosco. Inoltre, questa pista consentirà di proseguire il lavoro di alleggerimento accedendo a zone ancora più impervie attraverso il sistema delle funi”.
Lo stesso presidente sulle polemiche esplose nei giorni scorsi commenta: “La pista tracciata ha il suo impatto, ma nel giro di poco tempo si rinvendirà. L’abbandono della montagna e dei boschi può portare, soprattutto se abbinato agli stratempi che in questi ultimi anni caratterizzano le nostre zone e non solo, a situazioni di pericolo. Il progetto ha l’obiettivo mantenere e curare i boschi lasciati andare da moltissimi anni. Se in epoche lontane, gioco forza, venivano tagliati, curati, mantenuti, in quanto la legna era unico combustibile usato per riscaldarsi, oggi in molte zone sono stati abbandonati, sono cresciuti a dismisura, si sono infittiti portando anche a situazioni di pericolo. Nessuno vuole rovinare o deturpare l’ambiente, al contrario lo si vuole curare e mantenete”.