Legge sulla privacy. Il caso Ongania potrebbe fare scuola

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Alberto Ongania
Alberto Ongania, scomparso da casa a metà novembre 2022 e ritrovato privo di vita tre settimane dopo in montagna

Ascoltato in Parlamento il fratello del perledese scomparso e ritrovato morto in montagna a dicembre 2022

Un’audizione che potrebbe contribuire a riformare la legge sulle privacy, consentendo l’accesso al traffico telefonico delle persone scomparse

PERLEDO – “Se la proposta di legge (atto 1074) venisse approvata in Commissione, e poi in aula dal Parlamento andrebbe a modificare le norme sulla privacy, e permetterebbe un eventuale accesso ai dati telefonici delle persone scomparse, almeno nei casi in cui si può legittimamente temere per la vita stessa della persona scomparsa”.

A parlare è Renato Ongania, perledese e fratello di Alberto Ongania, scomparso da casa a metà novembre 2022 e ritrovato tre settimane dopo senza vita in una scarpata. La proposta di legge a cui si riferisce, lanciata dell’on. Alberto Bagnai (Lega), è relativa alla possibilità di accedere ai tabulati telefonici delle persone scomparse che, allo stato attuale, è un’operazione che viene consentita dalla normativa solo in caso di reati gravi.

Renato Ongania
Renato Ongania, fratello di Alberto

Ascoltato a Montecitorio giovedì scorso dalla II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Renato Ongania potrebbe contribuire a portare un importante cambiamento sotto questo aspetto nella legge sulla privacy, insieme agli altri testimoni sentiti.

“Durante la fase delle ricerche – conclude Ongania – stante un diniego scritto e motivato dal Procuratore di Lecco ad accedere ai dati telefonici, abbiamo fondato il Comitato Alberto. Il tentativo è stato subito quello di ottenere una deroga alla normativa sulla privacy. Le indagini si sono chiuse un anno fa accertando una possibile caduta accidentale, e l’assenza di reati. Nei giorni scorsi il Comitato ha partecipato anche alla Consulta Nazionale del Commissario Straordinario per la Ricerca delle Persone Scomparse, presieduta dal prefetto Pellizzari, e nella prima riunione lo scorso 8 luglio, io stesso ho potuto raccogliere una unanimità di consensi da parte delle altre associazioni che siedono in quel tavolo nazionale: l’idea di riformare la legge, esemplificata dal progetto di riforma alla normativa, appare come una strada percorribile e necessaria”.

Alberto Ongania, classe 1969, è scomparso l’11 novembre di due anni fa (2022). È stato ritrovato morto la mattina del 3 dicembre, nonostante i numerosi tentativi da parte di soccorritori, familiari e cittadini di ritrovarlo. Il corpo è stato individuato dai soccorritori (scalatori che si sono calati con delle corde dalla Statale in una zona impervia), coordinati dalla Prefettura di Lecco, a valle della strada per Esino Lario, all’altezza della zona chiamata “Cereda”, poco distante dal Belvedere di Bologna. Le cronache riportano che il cadavere era adagiato supino su una piazzola, con il proprio telefono cellulare a meno di un metro di distanza dalla mano destra.

Con l’accesso ai tabulati telefoni si sarebbe potuti entrare in possesso di importanti informazioni per rendere le ricerche più efficaci e individuare con più precisione la posizione di Alberto, magari prima che fosse troppo tardi. Tentativi di rintracciare Alberto tramite le celle telefoniche erano stati fatti dai soccorritori, tuttavia sembrerebbero non garantire la stessa accuratezza che darebbe invece l’avere a disposizione il traffico telefonico.

Attualmente la deroga in questione, nonché oggetto della proposta di legge, è discussa in Commissione di Giustizia. L’auspicio è, dopo la pausa estiva, che si possa lavorare al provvedimento e approvare la deroga, così da inviarla al Senato e procedere con l’iter.