Quali sono i fattori di rischio e quali i sintomi che generano dolori?
Ecco cosa bisogna fare quando sorge il problema e come risolverlo
RUBRICA – Della spalla non si parla mai abbastanza. Spesso ci si accorge di quanto sia importante questa articolazione, da cui dipendono i movimenti dell’arto superiore, solo quando insorgono problematiche che la riguardano. La spalla è l’articolazione che, nel corpo umano, ha il più ampio raggio di movimento e per questo ha una struttura complessa e delicata. I problemi che la riguardano possono comprendere la lussazione post traumatica, ossia la dislocazione gleno-omerale, e l’usura sino alla rottura dei tendini della cuffia dei rotatori. In particolare, tali tendini formano una sorta di cappellino sulla testa dell’omero e sono coinvolti nei movimenti delle braccia al di sopra dell’altezza delle spalle. Questi, a seguito di gesti ripetuti nel tempo, possono andare incontro da prima ad infiammazione, quindi tendinite, sino alla degenerazione, quindi tendinosi e alla rottura.
I FATTORI DI RISCHIO
«Diversi sono i fattori di rischio: Il primo è sicuramente l’età – sottolinea lo specialista – Circa la metà della popolazione con più di 70 anni ha una lesione della cuffia più o meno sintomatica. Tra i giovani, invece, l’attività lavorativa e/o sportiva over head ha un ruolo fondamentale: ne soffrono principalmente i soggetti che utilizzano ripetutamente l’arto nei movimenti rotatori al di sopra della altezza delle spalle».
I SINTOMI
I sintomi di insorgenza di una patologia infiammatoria o degenerativa della cuffia dei rotatori sono spesso subdoli. Si avverte spesso un dolore notturno, che può irradiarsi dalla spalla fino alle dita della mano e sveglia il paziente rendendo il sonno difficoltoso. In pratica durante il giorno il paziente riesce a svolgere la propria attività, ma poi il dolore si riacutizza al momento di coricarsi. In presenza di lesioni post traumatiche o massive con coinvolgimento di più tendini, si può generare da subito uno sbilanciamento dell’articolazione con impotenza funzionale completa dell’arto superiore interessato.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA?
Che cosa fare quando sorge il dubbio di essere vittima di una lesione della cuffia dei rotatori? Importante è sottoporsi ad esami strumentali mirati: «Il primo da eseguire è la radiografia, soprattutto se c’è stato un trauma anche banale, dovuto ad esempio a una caduta sulla neve, per escludere che vi siano fratture ossee. In secondo luogo è necessario eseguire una risonanza magnetica basale, esame fondamentale che offre la possibilità di avere una visione a 360 gradi dell’articolazione e quindi di analizzare lo stato di salute dei tendini, ma anche dei legamenti e della cartilagine».
In caso di lesione, il tipo di trattamento dipende da diversi fattori: lo stato di salute generale del paziente, la sua età, le richieste funzionali e, naturalmente, il tipo di lesione diagnosticata.
L’approccio, in primis conservativo, con riposo funzionale, trattamenti anti infiammatori orali e/o locali può, in casi selezionati, diventare chirurgico. «L’opzione chirurgica è di tipo mini invasivo artroscopico, in anestesia loco-regionale e regime day surgery. Tale tecnica, eseguita dalla nostra equipe di routine con una casistica di circa 500 interventi all’anno, permette al paziente di essere così dimesso in giornata con un minimo impatto sullo stesso. Ai fini della guarigione clinica, dopo un opportuno periodo d’immobilizzazione dell’arto con tutore per circa 4 settimane, sarà sempre fondamentale un corretto percorso riabilitativo post operatorio con personale esperto.
Dott. Eugenio Cesari, Responsabile di Chirurgia della spalla di Humanitas Gavazzeni e Ortopedico
Riceve presso
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512
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