Oltre sessanta pensionati lecchesi e loro famigliari hanno avuto l’opportunità di visitare a Gattatico di Reggio Emilia la casa – museo che ricorda il sacrificio dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943.
Ha curato ottimamente l’iniziativa, che si è svolta mercoledì, la Lega della città guidata dal segretario Alfredo Licini. Ristrutturato nel 2001, il museo ha assunto un ruolo che va oltre alla dimensione di centro culturale della Resistenza. Nelle vaste aree vicine è stata avviata la sperimentazione di culture agricole del tempo in cui la famiglia Cervi era anche tra le più avanzate sul piano organizzativo in antitesi con il modello proposto dal fascismo, nel razionalizzare al meglio la coltivazione dei campi, utilizzando tra le prime aziende italiane mezzi meccanici, come il trattore.
Negli anni venti e trenta del secolo scorso erano solo i buoi a trainare i carri agricoli e gli aratri.Il museo è meta costante anche di scolaresche. E’ stato riconosciuto come patrimonio dell’Unesco, è sostenuto dalle istituzioni locali e provinciali e ha contributo a far conoscere questa zona prima sconosciuta.
La vicenda dei fratelli Cervi, la straordinaria figura del padre, Alcide, è raccontato in un filmato di mezzora (voce narrante Renato Cucciolla), asciutto, privo di qualsiasi spunto retorico, intenso ed emozionante.
Nel pomeriggio i pensionati lecchesi si sono recati nella vicina Brescello dove furono girati cinque film di Peppone e Don Camillo che hanno tanto di statua nella piazza principale. Immagini di Fernandel, Gino Cervi e Guareschi si trovano ovunque a Brescello e d’intorni.Anche questo è un modo intelligente per far conoscere una zona che è ora diventata famosa ed ha contribuito in modo determinate al suo sviluppo economico e turistico.