Don Serafino Beato, spedizione da Chiuso

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Don Serafino Morazzone, il “buon curato di Chiuso”, amatissimo a Lecco e altrove, è ricordato per prodigiose guarigioni e miracoli. In città era già stato “santificato” ma ora la cosa diventa ufficiale.

http://www.pamachiu.org/img/Beato%20Serafino_beatificazione.jpgIl 26 giugno l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi,, lo proclamerà beato, ma la celebrazione giungerà al termine di un percorso fitto di cerimonie. Che don Serafino merita, se è vero che il processo di beatificazione ha preso il via nel 1964 – ma in pratica è già dal 1822 (annod ella sua morte) che Lecco attende questo momento.

Momento clou sabato 25 giugno con la veglia di preghiera in San Nicolò a precedere il solenne Pontificale del giorno successivo, in piazza Duomo. Per partecipare all’attesissima cerimonia milanese, nel rione di Chiuso sono ancora aperte fino a oggi, domenica 5 giugno, le iscrizioni.

Il costo è di 15 euro per gli adulti delle parrocchie del Comune, per i ragazzi delle medie è di 8 euro, mentre i bambini sotto la quinta elementare non pagano.

Chi fosse interessato a partecipare può contattare il Centro la ‘Fonte’ di Maggianico, la libreria S. Niccolò a Lecco, la Segreteria Parrocchiale di S. Niccolò, la Segreteria Parrocchiale di Maggianico oppure Lia Ronchi, responsabile dell’oratorio di Chiuso.

 

SCHEDA SUL NUOVO BEATO (dal sito delle parrochhie di Chiuso e Maggianico)
Una breve storia: Nato a Milano l’1 Febbraio 1747, accolito al servizio del Duomo dal 1763, viene nominato dopo concorso Parroco di Chiuso di Lecco nel 1773, ancora chierico.
Riceve in un mese gli ordini maggiori, il Sacerdozio il 9 Maggio 1773, e arriva a Chiuso il giorno stesso. Vi celebra la Prima S.Messa e non se ne allontanerà più: per 49 anni sarà il “Curato di Chiuso”. Morirà il 13 Aprile 1822.
L’attenzione per i giovani, la cura per gli ammalati, la premura per i poveri -si privava di tutto per loro- , l’assiduità al confessionale, la santità di vita lo hanno reso punto di riferimento per gli abitanti del circondario di Lecco.
In vita gli sono stati attribuiti -e se ne hanno precise testimonianze- molti fatti miracolosi: tutti lo chiamavano”Santo”. Dopo la morte, per tutti è da quasi due secoli il “Beato Serafino”.
La sua amicizia con Alessandro Manzoni -che aveva per lui una particolare venerazione- ha fatto sì che se ne abbia una straordinaria testimonianza nella prima stesura de “I Promessi Sposi”, il “Fermo e Lucia”.
Manzoni situa in Chiuso la conversione dell’Innominato (il Conte del Sagrato ) e tesse un elogio di “prete Serafino Morazzone”, attuando una trasposizione storica, che ha determinato la scomparsa del “medaglione” nelle successive edizioni del romanzo. La testimonianza, resa nota con l’intero “Fermo e Lucia” solo nel 1915, ha rafforzato la fama di santità del Morazzone, autenticata da una fonte così importante.
Attualmente il processo canonico di beatificazione -iniziato nel 1864 e ripreso nel 1954- è finito: la Congregazione delle Cause dei Santi ha approvato un miracolo compiuto da Don Serafino su un neonato invocato con fede dalla mamma. Il prossimo 26 Giugno alle ore 10.00 in Piazza Duomo a Milano Don Serafino verrà beatificato -insieme a Padre Clemente Vismara e Suor Enrichetta Alfieri- dal Cardinal Dionigi Tettamanzi e dal Cardinal Angelo Amato.
Una figura -quella del Morazzone- straordinaria nella sua quotidianità, nel suo semplice essere prete a tutto tondo: esempio luminoso per i preti di oggi e per tutti i fedeli.