Qui Lecco Libera ha scoperto che sull’immobile ex pizzeria “Giglio” (Pescarenico), uno dei beni confiscati alla ‘ndrangheta esisterebbe ancora pendente una vecchia ipoteca in lire di duecento milioni, cifra che incidentalmente corrisponde all’ammontare che il Consiglio comunale di Lecco si sta apprestando a deliberare come ‘fuori bilancio’ proprio per riconsegnare a uso sociale il bene.
“150 mila euro sono già stati stanziati dal Comune, con questi arriviamo a 255 (altri 50 verrano messi da Consolida e 200mila dalla fondazione Cariplo), in periodo di vacche magre per le amministrazioni locali ci chiediamo a maggior ragione perché si è lasciato in mano alla Prefettura un bene di 500 metri quadri come la pizzeria Wall Street per farne un archivio, quando quello non aveva ipoteche di sorta da pagare ed era ben conservato quasi pronto all’uso”, spiega Paolo Trezzi che insieme a Duccio Facchini ha indagato tra i documenti perfino con visure alla Camera di Commercio. “Non si capisce poi – aggiunge – perché le ipoteche non vengano dichiarate”.
Sotto la lettera firmata da Qui Lecco Libera che non mancherà di suscitare polemiche in vista della seduta del consiglio comunale in programma lunedì prossimo. Riceviamo e pubblichiamo.
IL COMUNE E LA PREFETTURA NASCONDONO I FATTI , LE IPOTECHE
E CHIEDONO NUOVI SOLDI AI CITTADINI X I BENI CONFISCATI (ECCO LE PROVE)
Sui beni confiscati alla mafia in città si sta assistendo alla pura deriva. A cose da arrossire. Poco più di un anno fa, insieme a 2390 cittadini, avevamo denunciato pubblicamente la “mala gestione” dei beni confiscati alla ‘ndrangheta sul nostro territorio. Scambiare come fossero carte da gioco immobili sottratti alle grinfie mafiose era ed è un errore politico nonché un profondo vulnus alla ratio della stessa legge 109.
La Prefettura di Lecco, infatti, durante la fase di commissariato, aveva destinato a se stessa il bene “Wall Street”, libero da ipoteche e in discrete condizioni, dirottando al Comune (allora privo di una componente politica) due beni – la pizzeria “Giglio” e l’appartamento di via Adamello – curiosamente gravati da pesanti ipoteche bancarie.Queste ultime, scovate da noi nella primavera ’10, avevano rappresentato la punta di un iceberg: cioè il sostanziale disinteresse delle Istituzioni rispetto al tema.
Lunedì 25 luglio, inserita di gran fretta tra i punti dell’Odg, sarà votata la “convenzione” per restituire a “nuova vita” la pizzeria “Giglio” di via Ghislanzoni, formalmente assegnata al Consorzio Consolida per realizzarvi un centro diurno per anziani.
Stando a quanto scritto dal Segretario Paolo Codarri, in un documento a dir poco “inusuale” per forma e sostanza – e non ancora pubblico – siamo venuti a conoscenza che quanto strombazzato da sirene superficiali era falso: non è vero che tutte le ipoteche sono state levate e non è vero che quelle depennate sono tali per cortesia o fairplay bancario o per i buoni uffici di Sindaco e Prefetto.
Infatti esistono, a differenza di quanto è stato dichiarato pubblicamente dallo stesso Sindaco Brivio e dal Prefetto Valentini, ancora delle ipoteche sugli immobili confiscati alla mafia ed in particolare appunto quella di ben 200 milioni di lire a favore di Finitalia Investimenti srl. E’ per riscattare questa ipoteca che servono i 105 mila euro (poco più dei 200 milioni di lire dell’ipoteca) che si vogliono mettere in bilancio utilizzando risorse che potrebbero essere destinate ad altro?
I cittadini lecchesi, dopo aver digerito un baratto oscuro e torbido nella pratica (quello del gennaio ’10), si dovranno infatti sobbarcare un ulteriore sforzo: 105.000 euro fuori bilancio, una montagna di soldi, per far fronte a misteriose “future necessità”. Da aggiungersi ai 150.000 euro già promessi al Consorzio.
Ci domandiamo inoltre per quale motivo si affida direttamente alla cooperativa Consolida la gestione dei beni confiscati e non si è fatta almeno una gara esplorativa tra tutte le cooperative di tipo B ( quelle per intendersi che occupano personale disabile o con problemi di inserimento sociale), per rendere più trasparente l’affidamento e la gestione del bene.
La Giunta, e ci auguriamo non il Consiglio, lunedì sera vuol raddoppiare il colpo. Non ha preteso dal Prefetto alcun impegno nel lasciare “Wall Street” a trasferimento avvenuto presso la ex Mutua, non ha voluto rispondere ai 2390 cittadini lo scorso anno, si è trincerata dietro uno scambio “ormai concluso” pur di non fare pulizia rispetto a decenni di lassismo ed ora, dopo un anno e mezzo di promesse e false celebrazioni, si trova – nel silenzio – a dover caricare sulle spalle della città altre inutili e poco chiarite spese fuori bilancio.
L’ennesimo capitolo di una “storia sbagliata” che continueremo a denunciare. E visti i risultati…
Sta quindi ai consiglieri, questa volta in trasparenza, decidere sotto gli occhi di tutti di bloccare questa “mala gestione” o scegliere di reiterare le bugie e i segreti facendosi però così complici.
QUI LECCO LIBERA