LECCO – Il consigliere regionale Carlo Spreafico arriva da buon ultimo nel meravigliarsi negativamente della decisione presa dalla Questura di Lecco in merito alla chisura anticipata della strada che sale ai Piani Resinelli in occasione dell’arrivo del Giro d’Italia con la quale si vieta il transito a tutti i mezzi, biciclette incluse, a partire dalle 19 di sabato 19 maggio. Esattamente 22 ore prima l’arrivo previsto della carovana della “corsa rosa”.
Nella missiva il consigliere Sprefico non si risparmia: “ci copriremmo di ridicolo agli occhi di tutto il mondo“. Posizione la sua che in generale rispecchia il pensiero di molti amministratori locali i quali finora hanno borbottato preferendo però accettare la scelta. Meno silenziose invece le critiche che ogni giorno giungono dalla gente, che per la cronaca possiamo sintetizzare così: “Chiudere la strada così presto e non far salire le bici è scandaloso“.
Di seguito la lettera integrale del consigliere Spreafico.
“Spero che le notizie apparse ripetutamente sulla stampa, circa il divieto di raggiungere Pian dei Resinelli in bici in occasione dell’arrivo di una delle più belle e attese tappe del Giro d’Italia siano inesatte e dovute a equivoci. Non tiriamo in ballo problemi di sicurezza e traffico, perché altrimenti ci copriremmo di ridicolo agli occhi di tutto il mondo che segue il Giro, visto che tutte le salite della corsa rosa, anche ben più complesse dei Resinelli, sono percorribili in bici sino all’arrivo della carovana che precede la corsa, salvo diversa disposizione della direzione di corsa. Basta ricordare le salite del Mortirolo, del Gavia, dello Stelvio, solo per restare nei dintorni. Peraltro, come l’esperienza insegna, anticipare troppo la chiusura del traffico crea pericolosi ingorghi, perciò si preferisce farlo per lo stretto necessario al passaggio della gara e sino al suo termine. E mi sembra che sia quello che è stato deciso nella riunione svoltasi a Lecco il 27 aprile, come si può ben leggere nel verbale che è stato inviato l’8 maggio a tutti i Comuni e alle autorità interessate. Questo orientamento mi è stato confermato anche direttamente dalla direzione del Giro che ho incontrato personalmente a Verona e poi risentito telefonicamente, e non credo possa essere messo in discussione dalla riunione conclusiva che si svolgerà nelle ore precedenti la gara, visto che né il Ministero dell’Interno, né la Direzione del Giro hanno motivi per chiedere di farlo.
Secondo la tradizione delle tappe alpine credo che chi andrà in bici ai Resinelli lo dovrà fare prima che tutto il traffico venga bloccato per l’imminenza dell’arrivo della gara e dovrà aspettare il fine gara per scendere.
La responsabilità e la serietà che sono proprie del popolo del ciclismo, suggeriscono come comportarsi in tappe di questo tipo: servono prudenza, passione, forza e pazienza”.