Il direttore del “Sol Quair” a Mandello: “I profughi lasciati senza cibo”

Tempo di lettura: 3 minuti
Il maestro Giuseppe Caccialanza durante il concerto tenuto a Mandello nella chiesa arcipretale di San Lorenzo.
Il maestro Giuseppe Caccialanza durante il concerto tenuto ieri sera a Mandello nella chiesa arcipretale di San Lorenzo.

MANDELLO – La denuncia è forte e di quelle destinate a lasciare il segno. E’ stata fatta ieri sera, giovedì, in un contesto inedito, ossia l’applaudito concerto che il Coro Sol Quair di Lecco ha tenuto a Mandello nel quadro degli appuntamenti proposti per i festeggiamenti in onore del patrono San Lorenzo.

Dopo l’esecuzione dei primi brani in una gremita chiesa arcipretale e soffermandosi sull’importanza di conoscere e incontrare culture diverse, il maestro Giuseppe Caccialanza, dal 1999 direttore del coro fondato proprio a Mandello nel ‘95, ha fatto riferimento alla situazione dei profughi giunti nel Lecchese e accolti da qualche giorno ai Piani Resinelli.

“Non c’è niente di male – ha detto – ma il problema vero è che non si può fare accoglienza se non si è in grado di ospitare le persone”.

“Dico questo – ha aggiunto – perché so che ai venti profughi o poco più inizialmente accolti presso il Centro servizi della Comunità montana se ne sono già aggiunti altri e con quelli attesi domani (oggi per chi legge, ndr) saranno in totale 39”.

Poi la denuncia cui si faceva cenno: “Il problema è che i posti letto sono trenta e inoltre per due giorni quella gente è stata lasciata senza mangiare. Fortunatamente alcuni residenti hanno provveduto a portare ai profughi del cibo e li hanno rifocillati”.

“Conoscere altre culture – ha aggiunto Caccialanza – vuol dire del resto anche andare incontro a chi chiede il nostro aiuto”.

Nel frattempo ieri pomeriggio il Prefetto di Lecco, Liliana Baccari, e il capo di gabinetto Stefano Simeone avevano incontrato ad Abbadia Lariana il sindaco, Cristina Bartesaghi, confrontandosi con il primo cittadino proprio sulla situazione dei profughi.

All’incontro erano presenti il presidente della Comunità Montana del Lario orientale – Valle San Martino, Carlo Greppi, e il luogotenente Francesco Minniti, comandante della Stazione Carabinieri di Mandello, competente sul territorio dei Piani Resinelli.

“La riunione – si legge in una nota diffusa dal sindaco Bartesaghi – ha consentito di mettere in luce tutti gli aspetti, a seconda del ruolo che ogni ente deve svolgere, così da delineare un percorso condiviso. Ad oggi il numero degli ospiti è di 29 persone provenienti da vari Paesi, principalmente Pakistan, Gambia, Senegal e Nigeria”.

“Il prefetto – aggiunge il primo cittadino – si è impegnato a contenerne il numero, soprattutto in questo primo periodo, anche se ha rilevato il continuo invio di gruppi da Milano e la necessità pressante di trovare sempre nuove strutture. Rimarcata la poco idonea situazione ambientale dei Piani Resinelli, l’amministrazione comunale, in accordo con la prefettura, ha preso l’impegno di coinvolgere altri Comuni, in primis quelli della Convenzione, per valutare l’opportunità di trasferire, prima dell’inizio dell’inverno, le persone in altre strutture. Questa proposta è in linea con quanto già discusso nella Conferenza dei sindaci dove, da più parti, si è auspicata una programmazione condivisa”.

Cristina Bartesaghi aggiunge: “Il prefetto ha assicurato che chiederà alle forze dell’ordine di supportare l’opera della Polizia locale nel presidio del territorio. Non appena possibile verrà programmato un incontro con il responsabile della Cooperativa: un centro ben gestito promuove un inserimento sereno e un clima positivo. Tutti abbiamo concordato circa l’opportunità che dal mese di settembre, dopo il primo periodo di adattamento all’ambiente e al gruppo, verranno proposti semplici lavori socialmente utili, naturalmente in collaborazione con le attività proposte dalla Cooperativa”.

Ma sulla vicenda dei profughi ai Piani Resinelli la denuncia del direttore del Coro Sol Quair è certamente destinata a sollevare nuove polemiche.