Il sindaco di Costa: “La moschea? Già esiste, la spostiamo dal centro”

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Il sindaco di Costa Masnaga, Sabina Panzeri
Il sindaco di Costa Masnaga, Sabina Panzeri

 

COSTAMASNAGA – “E’ necessario fare chiarezza su quanto è stato detto e scritto in questi giorni, se qualcuno vuole usare un argomento così delicato per fini politici, io non ci sto. La nostra amministrazione si è sempre data da fare per corrispondere delle risposte alle necessità dei nostri cittadini, lavorando in modo scrupoloso e trasparente”.

A parlare è il sindaco di Costa Masnaga, Sabina Panzeri, all’indomani delle dure polemiche scatenate dalla scelta del Comune di individuare un’area alternativa all’attuale luogo di preghiera della comunità islamica. Perché di questo si tratta e il primo cittadino così come il suo assessore all’urbanistica, Maurizio Corbetta vogliono che venga ben spiegato a tutti, cittadini e alle forze politiche intervenute, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, alla Lega di Salvini che ha preso parola personalmente sulla questione.

“Non è una nuova moschea – dice Corbetta – da 20 anni è presente in paese un’associazione culturale islamica, che si è insediata a suo tempo – dopo una regolare compravendita tra privati dello stabile – e da allora il centro del paese convive con un problema legato alla viabilità, alla sicurezza e ai parcheggi nei momenti del ritrovo dei musulmani. Quello che si è voluto fare era cercare una soluzione diversa per spostare la moschea da quel quartiere, superare la situazione attuale e consentire allo stesso quartiere di rinascere”.

L’area individuata per la nuova collocazione della moschea, vicino alla SS36

 

La Regione sapeva, afferma il Comune: “Nella lettera del 1 agosto 2016, inviata all’allora assessore Viviana Beccalossi e sua eccellenza il Prefetto, abbiamo elencato i luoghi di culto presenti sul territorio, specificando anche questo luogo di ritrovo dell’associazione La Speranza, utilizzato come moschea”.

A scatenare la bufera sul municipio brianzolo è stata la modifica al Piano delle Attrezzature Religiose del Pgt presentata ad agosto e contenente la designazione di un’area, oggi agricola, dove poter collocare la sede dell’associazione musulmana in un nuovo edificio.

Una scelta frutto di un accordo con la stessa associazione, un mese prima della presentazione del documento al Pirellone. La comunità islamica, spiegano dal Comune, aveva più volte presentato in passato piani di recupero dello stabile fatiscente oggi occupato; basterebbe dare uno sguardo alle condizioni di quell’edificio per comprendere le motivazioni dei musulmani.

Il fabbricato oggi utilizzato come moschea dalla comunità islamica

 

L’ultimo di questi progetti, dicono dall’amministrazione comunale, avrebbe previsto anche un’ampliamento degli originali volumi, oggi di 600 metri quadrati; una possibilità finora non concretizzata per la necessità di un’autorizzazione ministeriale che pende sullo storico palazzo (che ha più di settant’anni) richiesta dallo stesso assessore, il quale personalmente, ha spiegato, si sarebbe recato presso gli uffici del Ministero sottoponendo il problema.

Mantenere la moschea in centro o spostarla fuori dall’abitato? E’ questo il bivio a cui si sarebbe trovato il Comune ed emerge dalle parole di sindaco e assessore che il 10 luglio scorso si sono seduti al tavolo con l’associazione, trovando un accordo.

“E’ una soluzione che porta vantaggio a tutti, ai musulmani e agli altri abitanti di Costamasnaga e che ci permette di risolvere problemi lamentati da anni dai cittadini – chiarisce Sabina Panzeri – Non si tratta di dire ‘vogliamo o non vogliamo la moschea’, già esiste. La vogliamo de-localizzare”.

L’assessore Maurizio Corbetta

 

Un’altra precisazione riguarda il nuovo edificio che avrebbe estensione pari a quella odierna, 600 metri quadrati, in un’area di quasi 5 mila mq di cui 1200 mq circa che sarebbero adibiti a parcheggio. Tutto a spese della stessa comunità islamica che dovrà redigere un progetto e occuparsi della costruzione.

Infine, un’altra questione ha indispettito e non poco il primo cittadino, l’accusa di mancata trasparenza e comunicazione rinfacciata dalla minoranza: “Da maggio si sono svolte diverse assemblee pubbliche,  purtroppo poco partecipate dai cittadini,  e commissioni consiliari sulla variante al Pgt, da parte nostra è sempre stata espressa l’intenzione di trovare una soluzione al problema della moschea”.

I volantini delle assemblee mostrate dal sindaco

 

Di fatto però, nessuna occasione pubblica è seguita al decisivo incontro del 10 luglio, nemmeno nel consiglio comunale del 24 luglio il sindaco ha riferito dell’accordo con la comunità islamica, pur non essendone tenuta, come ha precisato lei stessa, e la minoranza risultava assente a quell’incontro.

“Ne avremmo discusso insieme nell’assemblea già calendarizzata per il prossimo 10 settembre, non serve che altri, come Mauro Piazza, invochino assemblee pubbliche, le abbiamo previste da tempo – precisa il sindaco riferendosi al consigliere regionale di Forza Italia – da agosto quei documenti sono a disposizione di tutti e ad ottobre, dopo il passaggio in Regione, sarebbero stati trattati in Consiglio Comunale. Oggi è solo un’intervento programmatorio dell’amministrazione comunale”.

Al centro il primo cittadino affiancata dagli assessori Cazzaniga, Corbetta e dal consigliere Bruno Anzani

 

“Non era nostra intenzione nascondere niente a nessuno – conclude il sindaco – abbiamo sempre agito nella trasparenza. Se qualche politico intravedesse un vizio di forma può denunciarmi. Però dobbiamo applicare la legge vigente e se Salvini domani vietasse le moschee in Italia, allora, io la chiuderei il giorno dopo”.