LECCO – La Lega attacca l’assessore alla Cultura, Simona Piazza, che partecipando alla festa per la chiusura del Ramadan si è coperta i capelli con il velo, così come vuole la tradizione musulmana (leggi l’articolo), lei replica al Carroccio in una lettera che pubblichiamo di seguito:
“Quando soffia il vento, il timone è quello del rispetto e del dialogo.
Martedì 5 luglio 2016 in qualità di Assessore, con il Consigliere comunale Antonio Pattarini, ho accolto l’invito rivolto all’Amministrazione comunale di Lecco da parte del Centro Islamico “Assalam” di Corso Bergamo a prendere parte al momento di festa conclusivo del mese di Ramadan.
Non è la prima volta che i rappresentanti dell’Istituzione laica e democratica che è a governo della res pubblica cittadina accolgono inviti alla partecipazione a funzioni e cerimonie religiose: è importante, infatti, per un’Amministrazione comunale, dialogare costantemente con tutti i cittadini, a prescindere dal loro credo religioso e dalla loro appartenenza politica, per accogliere istanze, valutare proposte, risolvere le piccole problematiche di tutti giorni prima che queste divengano problemi insormontabili.
Come detto ieri, in un momento in cui il terrorismo ci vuole divisi, il nostro compito è quello di costruire ponti e abbattere i muri che la violenza vorrebbe che innalzassimo.
Prendere attivamente parte alle iniziative che i cittadini organizzano è il primo passo verso la costruzione di una comunità realmente più coesa, ossia una comunità che diviene essa stessa fattore protettivo delle tante fragilità e criticità che contraddistinguono un territorio.
Se una comunità è armonica, ha un senso di appartenenza e una percezione di sé positiva, sa di cosa è capace e riesce ad assorbire meglio il disagio: come ha ricordato il parroco di Maggianico e Chiuso don Adriano Bertocchi, c’è un significato comune che lega il mese del Ramadan al Giubileo: il sentimento di misericordia, che è in grado di combattere violenza ed intolleranza.
Quelle stesse misericordia, tolleranza, rispetto e buon senso che ci impongono di entrare a capo coperto in Moschea o nei luoghi adibiti a preghiera per i musulmani come con un abbigliamento decoroso in Chiesa. Perché questo è il punto: il velo non è stato indossato per accedere al centro culturale ma alla sala adibita alla preghiera.
L’atto di indossare un velo non è un gesto per coprire, nascondere o rinnegare la propria cultura, è al contrario un gesto di rispetto di cui è capace solo chi conosce la propria identità, le proprie tradizioni culturali e religiose ed è perciò pronto al confronto e al dialogo con l’altro.
In una città ventosa per tradizione, quella di Lecco, costantemente accarezzata o schiaffeggiata dalle brezze lacustri, la sfida che questa Amministrazione comunale porta avanti è quella di spiegare le vele al vento e fare del dialogo e del rispetto reciproco il proprio timone, mantenendo una rotta di navigazione utile a costruire una società dove vi sia spazio per tutti e nessuno spiraglio, invece, per la paura, onda costantemente cavalcata da alcuni esponenti politici che non perdono occasione per soffiare sul fuoco del razzismo e del terrore. Quella per cui ci impegniamo ogni giorno è una società “non più buona” ma “più giusta”.
Grazie per la collaborazione,
cordiali saluti
Simona Piazza