Poste, disservizi e personale. Cisl: “Dopo l’estate, nulla è cambiato”

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Antonio Pacifico
Antonio Pacifico

LECCO – “Dopo lo sciopero generale regionale del 23 maggio, e diversi mesi di sciopero delle prestazioni straordinarie, nulla è cambiato. Anzi, la situazione complessiva dei servizi offerti è persino peggiorata. Così come sono peggiorati i rapporti interni e con i rappresentanti dei lavoratori, che chiedono migliori condizioni di lavoro e servizi più efficienti per cittadini ed imprese del territorio”.

E’ quanto afferma Antonio Pacifico, segretario di Slp Cisl, riguardo alla situazione degli uffici postali del territorio lecchese, alle prese con il piano di tagli e riordino. Probabile, fa sapere il sindacalista, uno sciopero nazionale che potrebbe essere programmato a breve “visti i diffusi disservizi, proteste ed iniziative simili alla Lombardia, presenti in quasi tutte le altre regioni”

“Il personale è ancor di più diminuito per esodi incentivati. Fino alla fine dell’anno saranno almeno 10 gli sportellisti che lasceranno il servizio in Provincia di Lecco, intanto la copertura dei turni pomeridiani avviene solo con prolungamenti orari, mentre gli uffici più piccoli sono costretti a lavorare sotto organic” fa sapere il sindacalista mentre prosegue la riorganizzazione del recapito e della logistica “fra disorganizzazione ed inadempienze negli accordi sottoscritti. Ormai – scrive Pacifico- la consegna dei quotidiani al sabato nei Comuni di Missaglia, Sirone e Molteno non esiste più a causa delle lunghe assenze, Poste non sostituisce le colleghe in maternità e si rivale su chi resta in servizio; le assenze per ferie non vengono coperte: in tutto il comprensorio di Barzanò e Casatenovo vengono erogati straordinari al sabato per smaltire quanto si accumula durante la settimana”.

Dopo l’estate, secondo il sindacato, “sono tornati ad acuirsi tutti i problemi che la nuova organizzazione del recapito aveva evidenziato, mentre i vertici di Poste usano gli espedienti più fantasiosi per nascondere tutte le inadempienze scaricando tutto sui lavoratori; gli ambienti e luoghi di lavoro non vengono messi a norma; le improprie pressioni commerciali si intensificano e vanno di pari passo con le sanzioni disciplinari”.