Sicurezza sui treni. “Più agenti non bastano”. Tra le ipotesi anche i tornelli

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LECCO – Sono sette le aggressioni al personale ferroviario accadute dall’inizio dell’anno sulle linee tra Lecco e Milano, la maggior parte dei casi dovuta al controllo del biglietto alla persona sbagliata, a chi non è in regola e reagisce con violenza alla richiesta dell’operatore. Ma non c’è solo questo: il tema della sicurezza nell’ambito ferroviario si estende alle stazioni, a volte isolate dai centri abitati e preda facile di degrado e piccola criminalità.

Di questo si è parlato in mattinata all’incontro organizzato a Lecco dall’on.Gianmario Fragomeli, alla presenza anche dei sindaci dei principali comuni interessati dalle tratte ferroviarie, a colloquio con i referenti di Trenord e della Polizia Ferroviaria, con la partecipazione del prefetto Liliana Baccari.

“Anche sulla nostra linea ferroviaria si sono verificati episodi gravi ai quali è seguita un’interrogazione parlamentare e un’interlocuzione con il ministero. – ha spiegato il parlamentare lecchese – I numeri ci parlano di una diminuzione dell’attività criminosa verso le persone, al contrario sono invece cresciuti reati come i danneggiamenti. Dopo la chiusura della sede di Sondrio della Polfer, su Lecco abbiamo avuto qualche agente in più ma ci carichiamo di un onere maggiore dovendo coprire un territorio più ampio. Riteniamo che l’area lecchese, crocevia importante per la rete ferroviaria, meriti attenzione ”.

Sono 12 i poliziotti che compongono la sezione di Lecco. Dall’inizio dell’anno sono stati realizzati 2500 servizi di scorta sui treni, 79 persone sono state denunciate ed è stato eseguito un arresto. Dati rivelati dal dirigente regionale della Polfer, Francesco Costanzo. Trenord, intanto, già dallo scorso anno ha scelto di implementare la scorta sui treni utilizzando dei vigilantes privati, erano 25 inizialmente, i primi promossi all’esame specifico a cui sono sottoposti gli operanti per poter svolgere questa mansione, oggi sono 60 e a breve sarà bandito un nuovo esame che consentirà di immettere ulteriori guardie giurate.

Anche la Polfer si riorganizzerà: “Oggi, al contrario del passato, abbiamo maggiori risorse e nei prossimi anni avremo un organico maggiore, oggi di 107 mila agenti della Polizia di Stato, e questo consentirà di rivedere anche il personale destinato alla sicurezza dei treni. Ci sono però 422 stazioni solo in Lombardia, per garantire un presidio minimo in ognuna di esse non basterebbe comunque un numero maggiore di poliziotti. Occorre invece stabilire strategie, partenariati con il mondo delle ferrovie e delle istituzioni” a parlare è il prefetto Roberto Sgalla, direttore centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali, ospite e relatore del convegno alla Camera di Commercio di Lecco.

Tra le soluzioni al vaglio delle Ferrovie, c’è quella di installare i tornelli, già presenti nelle grandi stazioni italiane e all’estero, “questo consentirebbe di scremare gli utenti, impedendo a chi non ha il biglietto di non accedere ai treni – ha sottolineato Sgalla – la tecnologia aiuta anche il personale delle ferrovie, oggi dotato di palmari geolocalizzabili che favoriscono le comunicazioni con la centrale operativa, il loro ruolo potrebbe essere rafforzato, dando la possibilità agli operatori non solo di effettuare il controllo ma anche di elevare denunce in caso di irregolarità”.

Sgarra rileva che è allo studio la possibilità di dotare i controllori di strumenti di difesa come spray al peperoncino “si tratta però di ambienti chiusi e il rischio è quello di fare male anche agli altri utenti. Stiamo verificando se e come questa soluzione sia attuabile”.

Ci sono anche altri problemi, come l’imprudenza delle persone (“60 giovani muoiono ogni anno nelle stazioni italiane”, ha riferito Sgalla, e non si tratta solo di atti di suicidio ma per comportamenti incoscienti e pericolosi) e quello dello spaccio di droga (“che però riguarda solo l’ambito della sicurezza ferroviaria, un fenomeno preoccupante che interessa la criminalità in genere e la salute dei nostri ragazzi” ha detto il dirigente della Polizia di Stato).

I sindaci lecchesi hanno chiesto un maggiore presidio delle stazioni, alcuni amministrazioni comunali ci hanno pensato da sé, installando telecamere e gestendo in comodato d’uso gratuito i locali delle stazioni, gli ex alloggi del personale oggi destinati dai Comuni a sedi delle associazioni del paese.

“Il tema della sicurezza interessa il nostro territorio – ha commentato il presidente della Provincia, Flavio Polano . Anche se la qualità della vita qui è più elevata che altrove, i cittadini vogliono maggiore sicurezza e dobbiamo lavorare tutti insieme su questo fronte. Abbiamo la fortuna di avere un territorio piccolo, dove le istituzioni parlano tra loro e possiamo mantenere alta l’attenzione. Installare i tornelli anche nelle nostre stazioni significa fare importanti investimenti ma la Regione potrebbe dare un aiuto. Sicuramente la paura di viaggiare sui treni, soprattutto in certi orari, è particolarmente sentita dai cittadini ed è una paura che può farci cambiare le nostre abitudini di vita”.