Da Lecco a Torino per arrestare il figlio del boss della cocaina

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    LECCO / TORINO – E’ stata la Guardia di Finanza di Lecco, nei giorni scorsi, a mettere le manette ai polsi di Carmelo Renato Riggio, ritenuto un pericoloso trafficante di stupefacenti, figlio di Vincenzo Riggio, definito dagli inquirenti uno dei primi e più importanti trafficanti italiani di cocaina, affiliato al potente clan calabrese dei Mammoliti.

    Erano stati gli stessi finanzieri di Lecco ad arrestarlo nel 2015 nell’ambito dell’operazione “July”, coordinata dal sostituto procuratore di Monza, Alessandro Pepè, e conclusasi con il sequestro di oltre 94 chili di cocaina e l’arresto di 26 responsabili, tra cui due albanesi residenti nel lecchese, rispettivamente a Cassago e Bulciago (vedi articolo)

    Nel corso di quell’operazione, la Finanza di Lecco ha fatto luce su un gruppo criminale italo albanese che operava a stretto contatto con figure legate a potenti famiglie della ‘ndrangheta e di famiglie malavitose siciliane. Aldo Conti era ritenuto il boss locale, figura di riferimento del ramo italiano dell’organizzazione in Brianza, arrestato anch’esso in seguito all’indagine dei finanzieri lecchesi e condannato a 9 anni di reclusione.

    Il sequestro di armi e droga effettuato nel 2015

     

    I militari hanno catturato Carmelo Renato Riggio, che era stato recentemente scarcerato,  nella dimora a Torino della sua compagna, all’esito di ulteriori sviluppi investigativi sfociati nell’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Torino, su richiesta del sostituto procuratore Valentina Sellaroli; sviluppi legati ad un precedente sequestro operato dalla Gdf di Lecco nel torinese di 46 chili e 5 chili di cocaina.

    Il soggetto, destinatario della misura restrittiva della libertà personale, non ha opposto resistenza ed è stato associato al carcere torinese.

     

    L’organizzazione italo-albanese smantellata nel’operazione “July”