“Eravamo una quarantina di ragazzi nella cabina, con me c’erano altri ragazzi dell’oratorio di Maggianico che attendevano di scendere dai Piani d’Artavaggio (successivamente delle jeep sono venuti a “prenderli”)… noi sulla cabina della funivia eravamo tranquilli, avevamo superato il secondo palo da poco ed eravamo circa a metà percorso quando ci siamo fermati – racconta Marianna G. a Leccontizie, una delle protagoniste della disavventura ai Piani di Artavaggio di mercoledì – Il conducente ci ha rassicurati dicendo che non c’era nulla da preoccuparsi e che era solo questione di tempo. Quindi ci siamo seduti con tutti gli zaini in un angolo per risparmiare spazio e ci siamo messi a chiaccherare, a leggere, giocare a carte e fare domande al conducente in attesa che tutto ricominciasse a funzionare. Non abbiamo usato molto i cellulari per chiamare persone varie; abbiamo solo avvisato i nostri coetanei degli oratori e basta: non volevamo mettere in ansia nessuno. Circa un’ora e mezza dopo, quando dalla stazione di partenza della funivia hanno tirato la fune per cercare di portare i cavi nella loro corretta posizione, la cabina si è scossa lievemente come ci era stato predetto dal conducente… per l’ora successiva hanno controllato che tutto fosse a posto (per quanto ho capito), poi la funivia è lentamente ripartita. Alle 19:40, circa tre ore dopo essere saliti sulla funivia (16:45), i nostri genitori e altre persone erano lì ad attenderci. Dentro la cabina è partito un applauso che ha contagiato subito anche le persone che ci aspettavano fuori”… insomma tutto è bene…
Intrappolata in funivia,
il racconto di Marianna
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