In Basilica i funerali della preside Bianca. “La tua, una vita d’amore per gli altri”

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L’addio commosso alla prof. Bianca Brambilla Sala

Folla ai funerali della storica preside della Kolbe di Rancio

LECCO – “La tua è stata una vita senza limiti di amore, di dedizione e intensità sempre guidata da un’ideale alto e sempre interessata a che ti circondava. Il Signore ti ha donato questa capacità unica di attenzione verso l’altro, di cercare la bellezza in ognuno. Tutti hanno imparato da te. Hai donato la tua vita e in cambio hai ricevuto tanto, una vita piena”.

Le parole del figlio Pietro sono identiche a quelle serbate nei cuori dei tanti che conoscevano Bianca Brambilla Sala, insegnante e fondatrice della scuola Kolbe di Rancio. E in tanti hanno voluto hanno voluto essere presenti per rendere un ultimo omaggio alla professoressa lecchese nei funerali che si sono svolti giovedì pomeriggio alla Basilica di San Nicolò.

Anche il cardinale Angelo Scola ha voluto inviare un messaggio di cordoglio letto in apertura della cerimonia.

“Bianca è stato un esempio di semplicità e di un’immensa capacità umana che sapeva coinvolgere chi aveva accanto” ha ricordato padre Giuseppe Panzeri, cappuccino e missionario di Lecco legato come la professoressa al movimento di Comunione e Liberazione, che ha condotto il santo rito accompagnato da altri cinque sacerdoti.

La prof. Bianca Brambilla Sala

“Avevo 14 anni la prima volta che conobbi Bianca – ha proseguito padre Panzeri – per me era già una grande, non solo per l’età maggiore rispetto alla mia. Nella sua vita saputo fare proprio il nuovo comandamento che Gesù ci ha lasciato: amatevi come io ho amato voi”.

Un amore che la professoressa ha riservato in modo particolare ai suoi studenti, “con uno sguardo attento a svelare il diamante nascosto in loro e a farlo brillare, come lei stessa diceva – è intervenuto l’attuale preside della scuola Kolbe, Francesco Riva, che ha raccolto il testimone dalla scomparsa insegnante dopo il suo pensionamento – Ha testimoniato alla città intera cosa vuol dire spendersi per il bene comune”.

La professoressa avrebbe compiuto 70 anni il prossimo agosto. Nemmeno la malattia, che l’ha colpita nel suo ultimo anno di vita, è riuscita ad allontanarla dalla sua scuola, così come dal progetto che lei stessa aveva contribuito ad avviare e dedicato agli studenti con difficoltà di apprendimento. Un amore grande, come quello per la sua famiglia, per il marito Edi, per i suoi quattro figli, per i fratelli Pino ed Elvia, per i suoi nipoti.

“Ci siamo volute un bene profondissimo, hai condiviso con tutto con immenso affetto, i miei dolori e le mie gioie – le ha dedicato una lettera la sorella Elvia – ti prego restami sempre vicina”.