L’ospedale si difende: “Massima attenzione”

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“In tutti e tre i momenti di soccorso si ribadisce di aver avuto nei confronti del signor A.C. , alle condizioni date, il massimo di attenzione e di presa in carico”. Così scrive in un comunicato diffuso poco fa l’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera.

Eccone il testo completo:

 

Lecco, 1 luglio 2011

COMUNICATO

Sulla base della documentazione clinica relativa ai diversi accessi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lecco del signor A.C. , si rileva che il paziente si presenta una prima volta al PS il 23 giugno scorso riferendo di avere un blocco lombare. La valutazione medica associa il sintomo ad una possibile patologia erniale del rachide lombare con conseguente prescrizione e somministrazione di una terapia antidolorifica. Si prescrive altresì una tac lombare da eseguirsi entro le 72 ore e si dimette il paziente.

A.C. ritorna al Pronto Soccorso una seconda volta, tre giorni dopo: anche in questo caso, la valutazione clinica rileva una lombosciatalgia, confermando il sospetto diagnostico palesato nel corso del precedente accesso e viene somministrata una terapia intramuscolare con un antidolorifico/antinfiammatorio. Alla dimissione si ribadisce l’indicazione di un esame tac.

Sino a questo momento non vengono evidenziate altre informazioni sullo stato generale e sulla storia sanitaria del paziente, né tantomeno si presenta una sintomatologia o avvisaglia clinica che possa portare gli operatori del PS a sospettare qualcosa di diverso da quanto valutato clinicamente sino ad allora e a suggerire esami diagnostici di altro tipo rispetto a quanto indicato.

Il signor A.C. si presenta di nuovo, una terza volta, in Pronto Soccorso circa 20 ore dopo il secondo accesso. E’ in questa occasione che il signor A.C. presenta altri sintomi oltre al dolore agli arti inferiori. L’esame clinico e gli esami diagnostici a questo punto si ampliano , con prelievi del sangue ed esami radiologici , e si attivano contemporaneamente consulenze specialistiche intraospedaliere che portano ad una diagnosi di sepsi.

Dopo aver avviato un severo e aggressivo trattamento terapeutico/farmacologico si decide e si concorda il trasferimento del paziente in terapia intensiva, presso l’Ospedale di Erba , per mancanza di posto letto nell’area critica dell’Azienda Ospedaliera.

In tutti e tre i momenti di soccorso si ribadisce di aver avuto nei confronti del signor A.C. , alle condizioni date, il massimo di attenzione e di presa in carico. Si sottolinea, dunque, di aver proceduto dal punto di vista clinico ed assistenziale in modo corretto. Si attende , comunque, l’esito di ulteriori indagini e accertamenti relativi allo sviluppo del decorso clinico del paziente che potranno dare nuovi elementi per capire quale è stato il focolaio dell’infezione responsabile della sepsi che ha portato il signor A.C. al ricovero in Rianimazione.

Ufficio Stampa