Michela V. Brambilla e padre patteggiano sul fallimento delle Trafilerie

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L’onorevole calolziese e il padre scelgono la strada del patteggiamento

Pena sospesa per l’ex ministro del Turismo

CALOZIO – Un anno e quattro mesi è la pena (sospesa) patteggiata in Tribunale a Lecco dall’ex ministro Michela Vittoria Brambilla per il fallimento della trafileria di famiglia.

Il padre, Vittorio Brambilla, presidente della storica fabbrica di Calolzio, ha invece patteggiato un anno e sei mesi.

Altri due imputati, nel corso dell’udienza preliminare, hanno scelto la strada del patteggiamento: si tratta di Alessandro Valsecchi, cugino dell’onorevole, e Nicola Vaccani, il cognato, per entrambi pena patteggiata a due anni.

In una lettera, il padre Vittorio fa sapere: “Ho fatto solo quanto in mio potere per salvare l’azienda di famiglia e preservare i posti di lavoro. Ma la crisi e la mia malattia non me lo hanno permesso. Mia figlia è completamente estranea a ogni vicenda, non è mai entrata in azienda, mi è solo stata vicina con affetto durante la malattia”.

Vittorio Brambilla ha fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “per violazione dell’articolo 6, il diritto ad una giustizia giusta” chiedendo di far decadere la dichiarazione di fallimento e quindi il procedimento penale.