Vallanzasca ai giudici: “Fatemi riprendere il cammino con il Gabbiano”

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Vallanzasca con don Ottavio Cantarello in occasione della festa per i 30 anni del "Gabbiano".
Renato Vallanzasca (a destra) lo scorso marzo a Piona con Umberto Costamagna, presidente di una società di call center, amico del “Gabbiano” e di don Ottavio.
Renato Vallanzasca (a destra) lo scorso marzo a Piona con Umberto Costamagna, presidente di una società di call center, amico del “Gabbiano” e di don Ottavio.

COLICO – “L’unica cosa che voglio è riprendere il mio percorso con il mio lavoro, la mia compagna, con la comunità “Il Gabbiano”, con i magistrati e con gli educatori. Sono molto stanco, ridatemi il mio percorso….”. Lo scrive giovedì 10 luglio la redazione milanese del Corriere della Sera sul sito Internet del quotidiano e a parlare è Renato Vallanzasca, che con queste parole si è rivolto oggi ai giudici della Sorveglianza del capoluogo lombardo chiamati a decidere se revocare o meno la semilibertà concessa lo scorso anno all’ex bandito della “mala” milanese degli anni Settanta e Ottanta dopo il suo arresto avvenuto lo scorso 13 giugno per un furto in un supermercato.

Parla ai magistrati della comunità “Il Gabbiano”, Vallanzasca, che ha sempre negato la sua responsabilità per quel furto di alcuni prodotti peraltro di poco valore, sostenendo di essere stato incastrato da un giovane, incontrato in quello stesso negozio, che avrebbe messo nella sua borsa gli oggetti trafugati.

E’ in effetti un legame forte, quello di “René” con la comunità terapeutico-riabilitativa “Il Gabbiano”, che ha una propria casa a Olgiasca di Colico, dove sono ospitate oltre 20 persone con problematiche legate all’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol provenienti dalle rispettive famiglie piuttosto che dal carcere o dalla strada.

Vallanzasca con don Ottavio Cantarello in occasione della festa per i 30 anni del "Gabbiano".
Vallanzasca con don Ottavio Cantarello in occasione della festa per i 30 anni del “Gabbiano”.

La finalità della struttura è quella di costruire un percorso di sostegno e di ascolto, facilitando la costruzione di una relazione di  aiuto  all’interno della quale possano emergere i bisogni e le risorse degli ospiti in un progetto di costruzione di autonomia. Ciò avviene attraverso l’attività degli operatori e degli psicologi e attraverso il costante confronto tra gli ospiti presenti.

La testimonianza di quanto forte sia il legame appunto tra Vallanzasca e Il Gabbiano si era avuto lo scorso mese di marzo, quando a Piona erano stati celebrati i trent’anni della comunità educativa e i 25 anni di volontariato di don Ottavio Cantarello, che alla tutela e alla promozione della dignità della persona e in particolare dei ragazzi e dei giovani in situazioni di disagio ha dedicato e continua a dedicare impegno e energie, con assoluta spontaneità e schiettezza.

“Il Gabbiano è da sempre condannato a un esodo continuo – aveva detto in quell’occasione don Ottavio, da sei anni impegnato anche all’interno della Casa don Guanella di Lecco, introducendo la messa celebrata davanti alla grotta della Madonna di Lourdes – e tutti noi dobbiamo essere consapevoli che soltanto se viviamo accanto ai poveri e ai bisognosi possiamo arricchirci. Per questo vi esorto a non perdere il valore della precarietà”.

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Alla cerimonia a Piona e al successivo convivio alla “Conca Azzurra” di Olgiasca erano intervenuti responsabili, operatori e volontari di ieri e di oggi dell’associazione comunità “Il Gabbiano”. Tra loro il presidente Roberto Sardano, il vicepresidente Aldo Bonomi (sociologo valtellinese di fama), il direttore Massimiliano Pirovano, il coordinatore delle attività terapeutico-riabilitative e di aiuto alla persona Cecco Bellosi e il direttore amministrativo, Daniele Redondi. E c’era anche Renato Vallanzasca, che aveva voluto condividere il clima di festa e di gioiosa serenità di quella giornata, insieme a tanti amici. Suoi e del “Gabbiano”, che attualmente gestisce tre comunità terapeutico-riabilitative per persone con problemi di alcolismo e tossicodipendenza a Pieve Fissiraga (Lodi), Tirano (Sondrio) e appunto Olgiasca di Colico, una comunità pedagogico-riabilitativa a Calolziocorte, una casa-alloggio che accoglie persone con Hiv-Aids sempre a Tirano e una comunità per minori a grave rischio di marginalità (oltre a un alloggio) a Morbegno.

Ora, a distanza di quattro mesi, la richiesta di Renato Vallanzasca (che stando a quanto scrive sempre il Corriere della Sera avrebbe anche istituito alcuni mesi fa un fondo per risarcire i familiari delle vittime delle sue azioni criminose di un passato ormai lontano) di poter riprendere il suo percorso al fianco del “Gabbiano”. La decisione della Sorveglianza sulla revoca o meno della semilibertà è attesa entro lunedì della settimana prossima.

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