“Delle cose prime e ultime” Valagussa e Cacciari tra filosofia e scienza

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LECCO – In un’epoca in cui “non si è più nella disponibilità di pensare alle cose prime e ultime”, come ha sottolineato il giovanissimo filosofo Francesco Valagussa del San Raffaele di Milano, ieri sera, martedì, al Teatro della Società di Lecco, ci hanno provato proprio Valagussa e il professore Massimo Cacciari in un dialogo attraverso il quale hanno affrontato il tema “Delle cose prime e ultime” moderati nientemeno che dal professore Carlo Sini.

cacciari_valagussa (035)Ultimo appuntamento di tre, del ciclo di incontri “Filosofia Oggi” organizzato dall’associazione Frammenti di Filosofia presieduta da Enrico Bassani, “Delle cose prime e ultime” ha avuto un ottimo successo di partecipazione con circa 400 persone presenti al teatro della Società.

Dopo gli onori di casa dell’assessore alla Cultura del comune di Lecco Simona Piazza, un saluto di Gigi Riva del Giornale di Lecco media partner dell’evento e una presentazione dei relatori affidata a Carlo Sini, il primo a prendere la parola è stato Valagussa.

“Siamo attenti e attaccati al nostro domani – ha spiegato il filosofo del San Raffaele – oggi non si ha più tempo di pensare alla cosa prima e ultima e nemmeno la scienza fa questo. Il pensiero scientifico pensa i rapporti tra i vari enti all’infinito: parametrizza, monitora gli sviluppi, ma non si cura del principio e della fine”.
Citando Robert Musil, Valagussa ha incalzato: “Musil arrivò a dire che noi tutti crederemmo a dio se solo l’avessimo visto mezza volta in laboratorio; il vero problema è che dio quando all’iniziò creò il mondo lo fece davanti ad osservatori scientifici poco addestrati, quindi non abbiamo le prove della sua esistenza, altrimenti ci crederemmo tutti”.
Questo per sottolineare come “siamo interessati al processo, a come si articola, ma non siamo interessati all’inizio o alla fine, al come si concluderà”.
Per Valagussa la stessa società capitalistica in cui viviamo avanza in questa maniera: “Il capitalismo vive nella relativizzazione di ogni cosa, per cui ogni cosa ha un prezzo e nulla ha un valore assoluto. Siamo in una tipica età di mezzo, dove domina il logos.
cacciari_valagussa (47)Perchè allora è importante ragionare sull’inizio e le cose ultime? Perché questo logos è potentissimo nella parte, nel dominare le varie parti, ma è incapace di mettersi in relazione con il tutto inteso con la ‘T’ maiuscola. Oggi, ad esempio, che siamo vivendo un mondo globale e che servirebbe un pensiero globale per comprenderlo e gestirlo, il nostro logos è in crisi e non sappiamo come fare”. Per Valagussa una soluzione sarebbe quella di riuscire a trovare un linguaggio comune, capito e compreso dalla filosofia, dalle scienze e dalla gente comune, sulla falsa riga di ciò che riuscì a fare nell’Antica Grecia Socrate che dall’agorà parlava al popolo invitandolo a riflettere su aspetti di fondo, come lo sono le cose prime e ultime.

Per Cacciari la filosofia ha un compito decisivo e importante “avendo in sé le scienze, la filosofia deve esercitare una critica, un giudizio nei confronti delle scienza”.
“La cosa prima e la cosa ultima sono quei problemi che le scienze non riescono ad affrontare – ha precisato Cacciari – una critica questa che sottolinea il limite dell’atteggiamento scientifico e della ricerca scientifica. Questo perchè? Perchè la scienza svolge operazioni di astrazioni. Considera un aspetto, una dimensione della cosa, non la considera mai nella sua totalità, ovvero non considera mai la cosa, l’ente nel suo insieme”. Diventa quindi fondamentale per Cacciari che la filosofia “richiami la scienza a riconsiderare l’inizio come l’intero anche se non lo vede mai. Se la scienza non ha coscienza di questo crederà di sapere l’intero e non riterrà di avere bisogno di considerare altri punti di vista. Si riterrà incondizionata e irrelata come tutta la cattiva scienza contemporanea”.

 

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