Al Lions Club Lecco Host serata dedicata al Viaggio nella Storia dell’Arte

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A sinistra Roberto Milani, a destra Antonio Brusadelli

Ospite della serata Roberto Milani. Gallerista, curatore e autore di saggi

“Lo scopo dell’arte è sempre stato, dall’antichità fino ad ora, quello di comunicare”

LECCO – Roberto Milani, gallerista, curatore, autore di saggi e di diversi articoli pubblicati su riviste di settore, nella serata di martedì 27 febbraio ha sottolineato ai soci del Lions Club Host l’importanza di saper capire l’arte: “Se non riusciamo a cogliere alcune espressioni dell’arte contemporanea è perché siamo ancora fermi ad un concetto di arte antica, sebbene questa sia evoluta notevolmente nel corso degli anni” ha evidenziato.

“L’arte è sempre stata una forma di comunicazione. Dai dipinti rupestri degli antichi uomini delle caverne che comunicavano con le divinità, alle opere che permettevano alla Chiesa di poter raccontare il cristianesimo al popolo che parlava un’altra lingua, quella volgare che non comprendeva la lingua latina della Chiesa. L’arte ha sempre avuto l’obiettivo di comunicare, di raccontare storie, di trasmettere emozioni o di stimolare il pensiero critico” ha dichiarato il relatore.

“Ma cosa rende un’opera d’arte bella? È qui che entra in gioco la differenza tra bellezza ed estetica. Opere come il disegno di Rubens, raffigurante il suo figlio malato di tubercolosi o il ritratto della madre di Dürer, malata di appendicite, nel 1514 malattia incurabile, incarnano il concetto più profondo di bellezza legata ai sentimenti e alle emozioni umane. Sicuramente il ritratto della madre di Dürer non rappresenta i canoni estetici di bellezza, ma la bellezza risiede proprio nei sentimenti di amore degli artisti” – ha affermato Milani.

“L’arte nasce dall’arte, è intrinsecamente legata alla sua storia e agli artisti che l’hanno preceduta. Ogni nuova opera artistica si nutre delle influenze del passato, ma avendo sempre come filo conduttore la comunicazione” – ha sottolineato il relatore.

“Ne è un esempio Piero Manzoni, che ha seguito Piero della Francesca nella rappresentazione della nascita della vita con simboli non convenzionali, l’uovo, o Lucio Fontana che ispirato da Raffaello Sanzio, il quale rappresentava perfettamente il concetto di spazio e prospettiva nelle sue opere, tagliava o bucava le sue tele invitando lo spettatore ad esplorare lo spazio oltre la superficie pittorica” – ha affermato Milani.

Tra gli esempi di comunicazione delle opere illustrati da Milani troviamo anche le famose opere: lo “Squalo Bianco” di Damien Hirst. “In quest’opera l’artista ha voluto esprimere il concetto che l’uomo può governare la natura, oppure Van Gogh che attraverso ‘La camera di Vincent ad Arles’ ha voluto trasmettere il disagio dell’essere umano” – ha evidenziato Roberto Milani.

“L’arte contemporanea è sempre comunicazione e spesso riguarda un messaggio di protesta, ne sono esempi l’opera ‘L.O.V.E.‘ di Cattelan davanti alla borsa di Milano, forte segno di protesta contro l’alta finanza, o l’opera di Alighiero Boetti che con ‘Le Mappe’ ha voluto sottolineare la mancanza di confini tra i popoli. Per concludere, lo scopo dell’arte è sempre stato, dall’antichità fino ad ora, quello di comunicare. Nell’arte le opere continuano a sollecitare la riflessione umana, bisogna però essere in grado di guardarle in modo profondo e non solo superficiale” ha concluso così Roberto Milani.