LECCO – Due aziende su tre, fra quelle interpellate sul territorio provinciale, sono pienamente soddisfatte della “loro” Camera di Commercio e dei servizi garantiti dallo stesso ente, a partire dal Registro delle imprese, in assoluto il più utilizzato anche perché assicura trasparenza e legalità del mercato. Decisamente favorevole è altresì il giudizio sul campus universitario, visto come una realtà destinata ad aiutare l’imprenditoria lecchese a rinnovarsi e a rappresentare un unicum in cui interagiscono formazione, ricerca e innovazione.
Molto alta è poi la percentuale di coloro i quali conoscono il sito Internet della Camera di Commercio, decisamente inferiore quella delle aziende che lo utilizzano. Dalla maggioranza delle imprese interpellate emerge inoltre l’esigenza di poter avere più accesso al credito per andare avanti e, appunto, innovare.
Sono questi i principali risultati dell’indagine promossa su un campione di oltre 400 imprese del territorio dalla Camera di Commercio di Lecco, in collaborazione con Ispo ricerche, in tema appunto di servizi camerali, innovazione, ricerca e formazione.
Un’indagine mirata ad “ascoltare” le aziende, rappresentativa della composizione del tessuto economico lariano per settore e dimensione dell’azienda stessa e da inquadrare anche nel percorso di riforma della pubblica amministrazione.
I risultati sono stati presentati oggi, venerdì 25 luglio, nella sede di via Tonale della Camera di Commercio lecchese dal presidente Vico Valassi e da Renato Mannheimer, fondatore di Ispo ricerche.
“Gli esiti dell’indagine – ha premesso con evidente soddisfazione il presidente Valassi – sono oltremodo positivi e dicono che le Camere di Commercio sono ancora utili e che ci sono buoni motivi per non abolirle”. “Del resto – ha aggiunto – cancellare tutto con un colpo di spugna pensando di ricreare poi qualcosa di migliorativo è, a nostro modo di vedere, assolutamente sbagliato, anche perché vorrebbe dire non tener conto della professionalità e della competenza delle persone”.
Il presidente ha ricordato il ruolo svolto in quest’ultimo ventennio dall’ente camerale da lui guidato, “capace – ha sottolineato – di realizzare importanti progetti proprio nel campo dell’innovazione e della ricerca, oltre che della formazione”.
“La nostra è un’istituzione amica delle imprese – ha aggiunto Vico Valassi – e il soggetto capace di connettere un sistema molto frammentato qual è quello dei nostri territori con il resto del mondo. E’ l’istituzione che ha operato secondo il principio della sussidiarietà, che ha sostenuto il credito, l’export, l’innovazione e la semplificazione amministrativa”.
Quindi una sorta di appello: “Le Camere di Commercio – ha detto il presidente – devono continuare a essere una “infrastruttura” economica del territorio. La volontà di cambiamento è importante e non ci fa certo difetto, ma occorre una riforma coerente e condivisa, a vantaggio delle imprese e, di riflesso, dei cittadini. In caso contrario il rischio sarebbe la desertificazione istituzionale”.
Nel merito dell’indagine è entrato successivamente Renato Mannheimer, il quale non ha esitato a definire l’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Lecco “un segno e un atto di grande coraggio che non tutti gli enti camerali dimostrano di avere”.
Il fondatore dell’Ispo ha evidenziato gli aspetti più significativi dell’indagine, a iniziare come detto dall’elevato livello di soddisfazione (76%) riscontrato tra gli interpellati nei confronti della Camera di Commercio cittadina. “Soltanto il 7% si è detto insoddisfatto – ha affermato – e il restante 17% non si è pronunciato né in un senso né nell’altro. Per quanto riguarda i singoli servizi molto utilizzati sono quelli amministrativi, a partire dal Registro delle imprese, e in ogni caso la maggioranza di coloro i quali vi hanno fatto ricorso è ampiamente soddisfatta”.
Ancora poco conosciuti sono invece i progetti promossi dall’ente camerale, con la sola parziale eccezione di “Lecco crea impresa”. “Le aziende interpellate – ha spiegato sempre Mannheimer – hanno poi indicato come principale esigenza un più facile accesso al credito generico (39%) e una specifica disponibilità di risorse e finanziamenti finalizzati all’innovazione (36%). Va altresì rilevato che le imprese hanno dichiarato di percepire come opportunità di vantaggio per il territorio il campus universitario più ancora di Expo 2015, all’interno della quale Lecco potrebbe essere protagonista soltanto in modo marginale a differenza appunto del campus, visto come leva primaria di sviluppo economico del territorio a medio e lungo termine”.
“Ampia – ha concluso Renato Mannheimer – è infine la quota di chi ritiene che potenziare l’alternanza formazione-lavoro concorra a innovare il sistema produttivo locale, così come tre imprese su 10 sostengono di avere attivato stage aziendali e quasi un’azienda, sempre su 10, afferma di esserne interessata”.
Il gruppo di lavoro impegnato nell’indagine promossa dalla Camera di Commercio era costituito, oltre che da Mannheimer, dalla ricercatrice Elisa Rossi, da Francesca Cesarini (analista dati) e da Cinzia Crotta, direttrice fieldwork. Per quanto riguarda l’ente camerale lecchese il progetto ha impegnato, con il segretario generale Rossella Pulsoni, Carlo Guidotti dell’Ufficio studi e programmazione, Daniele Rusconi e Michela Cantoni, entrambi dell’Ufficio statistica e Osservatori.