E’ allarme abusivismo: Lecco la provincia più a rischio in Lombardia

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L’analisi dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia

Riva: “Tolleranza zero per contrastare la concorrenza sleale alle MPMI”

LECCO – E’ allarme abusivismo. Secondo l’ultima analisi dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, la provincia di Lecco risulta la più a rischio, a livello regionale, a causa della quota più elevata di imprese appartenenti ai mestieri artigiani più esposti al fenomeno dell’abusivismo con il 92,2%. Seguono Mantova (91,8%) e Sondrio (90,2%).

Prendendo a riferimento i 14 mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale e includendo sia i servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa, sia i restanti mestieri operanti nella manutenzione e riparazione di autoveicoli (in particolare carrozzieri ed elettrauto) si delinea un totale di 3.959 imprese attive con un’alta vocazione artigiana: le imprese perimetrate nella nostra provincia sono 3.650 e rappresentano il 92,2% del totale.

L’analisi degli ultimi dati Istat a sull’economia non osservata (2019) evidenzia anche il peso del lavoro irregolare che nel Lecchese sarebbe pari a 4.300 lavoratori irregolari (490mila unità in Lombardia).

Le imprese potenzialmente più a rischio di subire concorrenza sleale da parte di lavoratori irregolari e operatori abusivi che popolano il sommerso sono acconciatori ed estetisti (719 imprese regolari attive in provincia), elettricisti (520), fotografi (65), idraulici (462), manutenzione e riparazione autoveicoli (438), muratori (714), pittori edili (412), giardinieri (335), servizi di riparazione beni per la casa (183), tassisti (90), traslocatori (3) videoperatore (18).

Di fronte a questi dati, il presidente di Confartigianato Imprese LeccoDaniele Riva  chiede “tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori. Torniamo ancora una volta a chiedere maggiori controlli. L’ultimo allarme era stato lanciato a più riprese durante i diversi lockdown da parte della categoria benessere che si era ritrovata a dover combattere contro chi cercava di aggirare le restrizioni imposte dai protocolli proponendosi come lavoratore a domicilio, ovviamente in nero. Gli artigiani vengono spesso additati di aggirare le leggi finanziarie, ma chi ha un’impresa regolare sa bene a cosa va incontro lavorando in questo modo. Inoltre ogni imprenditore è soggetto a controlli in qualunque momento lavorando con imprese per forza di cose note all’Agenzia delle Entrate. Chi “lavora” nel sommerso invece è difficilmente intercettabile, si muove come un fantasma. Eppure incassa e toglie lavoro a chi svolge la propria professione con onestà. In un momento così difficile per le nostre imprese, chiediamo che almeno la concorrenza sleale venga tenuta sotto stretto controllo”.

A questo proposito Confartigianato lancia una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo dal titolo “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Tre gli obiettivi dell’iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, richiamare le Autorità ad un’azione di controllo e repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.

IL MANIFESTO DELLA CAMPAGNA