Turismo, Como-Lecco: cibo di qualità prima voce di spesa

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La tavola rappresenta una straordinaria leva di promozione del made in Italy alimentare nel mondo

“Connessione tra turismo e agricoltura punto di forza da sviluppare anche in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026”

COMO-LECCO – Il cibo diventa la voce principale del budget della vacanza sul lago di Como e tra i monti e le valli lariane, che seguono il trend nazionale dove oltre un terzo della spesa destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. Lo afferma Coldiretti Como Lecco a conclusione della Bit 2023, la Borsa Internazionale del Turismo appena conclusa a Milano.

“La grande biodiversità enogastronomica e agroalimentare gioca un ruolo determinante in un territorio, quello delle due province lariane, dove la connessione tra turismo e agricoltura è già un punto di forza, ma che occorrerà sviluppare anche in vista del cammino verso la sempre più stretta scadenza olimpica di Milano Cortina 2026 – osservano il presidente e il direttore di Coldiretti Como Lecco, Fortunato Trezzi e Rodolfo Mazzucotelli -. Le nostre due province sono terre di vini, formaggi, salumi e, più in generale, di un amplissimo paniere di prodotti identitari, a cerniera tra la cultura agroalimentare alpina e quella di pianura”.

Quello del cibo è un impatto economico valutato a livello nazionale attorno ai 30 miliardi di euro nel 2022, divisi tra turisti italiani e stranieri che sempre più spesso scelgono il Belpaese come meta delle ferie per i primati a tavola. Un risultato che dimostra l’immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale. Ma la tavola rappresenta anche una straordinaria leva di promozione del made in Italy alimentare nel mondo dove nel 2022 raggiunge il valore record di 60 miliardi di euro, secondo le stime della Coldiretti.

L’Italia è diventata così leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.

“Senza dimenticare – continua la Coldiretti – il boom delle 25.400 aziende agrituristiche italiane, che sono in grado di offrire un potenziale di più di 294mila posti letto e 532 mila coperti per il ristoro e quasi 2000 attività di fattoria didattica per i più piccoli. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo è la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi dove è possibile riscoprire i sapori del passato veramente a chilometri zero tramandati da generazioni. Aumenta nel contempo l’offerta nelle campagne di servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti.

“Un’offerta che spinge anche i piccoli borghi, che rappresentano il tessuto tipico dell’area lariana, soprattutto per quanto riguarda l’ambito montano” osserva Trezzi. Si tratta dei Comuni con meno di cinquemila abitanti dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche.

“L’Italia è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica”, conclude il presidente di Coldiretti Como Lecco nel sottolineare che i tesori enogastronomici sono delle vere e proprie opere d’arte conservate gelosamente da generazioni di agricoltori che vanno difese dal rischio dell’omologazione e falsificazione.