Attesa in Pronto Soccorso, la lettera di un medico: “Troppi accessi non idonei”

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

“Dopo aver letto l’ennesimo articolo riguardo l’inefficienza del Sistema Sanitario Nazionale, nella fattispecie del Pronto Soccorso di Lecco e di Merate, mi sono sentita in dovere di inviare anche io una “lettera di denuncia”, se così si può chiamare, alla vostra redazione.

Sono un medico della Provincia di Lecco, attualmente impegnato in un Pronto Soccorso del territorio lombardo. Leggendo i due precedenti articoli sulla vostra pagina, il primo riguardo un paziente che si lamentava delle ore passate prima di essere visitato presso il Mandic di Merate, e il secondo di due genitori sconcertati per il trasferimento della figlia nell’ospedale di Sondrio dopo essersi recati in PS a Lecco, mi sono resa conto di quanta disinformazione ci sia riguardo al servizio di emergenza e urgenza territoriale.

So bene che rimanere in Pronto Soccorso per ore non è piacevole, soprattutto se una persona non sta bene o è stata vittima di incidente stradale, ma se i tempi sono lunghi è perché il personale è impegnato in interventi che hanno la priorità in termini di urgenza e quindi di presa in carico. Le liste d’attesa, come noto, esistono sulla base della valutazione del livello di urgenza (appunto) di cui necessita il paziente: questa valutazione viene fatta da operatori sanitari (infermieri professionali) che hanno effettuato un corso specifico per poter effettuare il cosiddetto “triage”. Il triage è finalizzato, quindi, ad evitare di perdere tempo quando questo è denaro, ossia nei casi di urgenza o/e emergenza. Detto in altri termini, evitare di perdere minuti che in alcuni casi possono salvare la vita di una persona.

La seconda questione che mi sento di sollevare è che ci sono troppi accessi non appropriati al Pronto Soccorso, perché la popolazione non conosce la presenza di tutte gli altri servizi sanitari territoriali presenti 24h su 24, come il Medico di Medicina Generale e la Continuità Assistenziale (ex guardia medica), quest’ultima presente nelle ore notturne e durante i weekend. Gran parte degli accessi in Pronto Soccorso, che potrebbero essere valutati in altre sedi, dal proprio medico, o contattando la guardia medica, finiscono così per rallentare tutto il sistema di emergenza e urgenza proprio del PS. Ho visto pazienti arrivare in Pronto Soccorso per una faringodinia (bruciore di gola) senza rivolgersi prima al proprio medico curante, “perché non c’è di mattina, ma riceve nel pomeriggio” oppure “perché oggi c’è il sostituto” (come se non fosse un medico!). Purtroppo, non sono casi isolati e, giorno dopo giorno, contribuiscono a soffocare un sistema già in difficoltà.

L’ultima questione infatti, non meno importante, è quella degli operatori che lavorano in Pronto Soccorso: sono sempre meno, sempre più oberati di lavoro e sempre più vittime di aggressioni verbali, fisiche e legali, per motivi molto spesso futili. Forse c’è da pensare a quello che il nostro Sistema Sanitario Nazionale offre rispetto ad altri paesi, europei e non, al posto che lamentarsi. E forse – qui mi prendo le mie responsabilità in qualità di medico – c’è bisogno di più informazione riguardo al servizio di emergenza e urgenza.

Detto questo, mi sento di aggiungere i link della pagina informativa dell’Opedale di Lecco e del servizio di Continuità Assistenziale, in modo tale di permettere a ogni persona che leggerà queste mie riflessioni di essere un po’ più informato e usufruire dei servizi in modo adeguato”.

http://www.asst-lecco.it/informazioni-utili/pronto-soccorso-istruzione-per-luso/

https://www.ats-brianza.it/it/guardia-medica.html

Un medico speranzoso
P.L.