Il ricordo di Corrado Valsecchi a 20 anni dalla morte di Elena Gandolfi 

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Elena Gandolfi
Elena Gandolfi

Esponente di spicco del mondo del volontariato, della politica e delle istituzioni

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo il ricordo del consigliere comunale Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) di Elena Gandolfi a 20 anni dalla sua scomparsa.

“L’8 agosto 2003, a soli 58 anni, moriva Elena Gandolfi esponente di spicco del mondo del  volontariato, della politica, delle istituzioni.
Una figura caratterizzata da esperienze solide e coraggiose,  ispirate a un impegno che sapeva legare pensiero e azione.
Sono trascorsi vent’anni dalla sua scomparsa e ci manca il suo modo di interpretare la politica, quella più autentica e vera, senza gli infingimenti e i trucchetti che popolano ampiamente il panorama  attuale.
La formazione di Elena si è sviluppata all’interno di una famiglia di sicuro livello e peso dove il senso della reciprocità e della intraprendenza era di casa con radici culturali profonde e un alto livello di attenzione per l’universo delle relazioni pubbliche e private.
Partendo da  questo contesto Elena era sicuramente diventata un punto di riferimento culturale ed etico per generazioni di giovani e meno giovani che volevano cimentarsi con l’agone politico e istituzionale, così come per sensibilizzarli ai valori della fratellanza, della pace e di una società più giusta e inclusiva.
Lecco e il territorio devono molto a Elena Gandolfi anche perché le sue intuizioni sono diventate realtà ; basti guardare al Monastero del Lavello a Calolziocorte , alla rinata sala Ticozzi a Lecco ,  Villa Monastero a Varenna solo per citarne alcune.
I suoi libri dettati anche dalla profonda amicizia con padre Davide Turoldo del quale divenne praticamente la biografa, le sue battaglie in campo politico senza mai chinare il capo o essere subalterna a qualsivoglia cultura maschilista, all’epoca  prevalente e dominante, hanno lasciato un solco utile per le generazioni a venire.
Insomma una donna della quale è bene conservare la memoria perché ha lasciato tracce indelebili del suo passaggio nella nostra comunità e che ha portato una ventata di aria fresca nella politica territoriale e regionale.
Non è mio desiderio oggi,  in questo ventennale dalla morte, ricordare l’intero percorso della vita di Elena; voglio solo far memoria agli amici che l’hanno conosciuta e apprezzata, a coloro che l’hanno magari contrastata e spesso delusa, e a quelli che hanno saputo trarre insegnamento dai suoi preziosi consigli e che hanno avuto la ventura di conoscerla e di condividere comuni tratti di strada.
Non c’è spazio per la retorica,  Elena non avrebbe gradito e proprio per questo le sue ‘opere’, il suo carattere determinato, la sua autorevolezza sono un patrimonio che ci ricorda, di questi tempi, come sia fondamentale mettersi al servizio di chi ha più bisogno”.

Corrado Valsecchi


Chi era Elena Gandolfi

Nasce a Lecco, da famiglia antifascista; il padre Enrico, collaboratore di Mattei, era stato protagonista della Resistenza, comandante nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà. Sua madre Rachele, impegnata nel sociale e con una forte coscienza pacifista. Coniugata Negrini, con quattro figli, di cui tre adottivi. Insegnante di lingue e ricercatrice nel settore delle adozioni internazionali, ha pubblicato alcune ricerche. In qualità di presidente del Ciai (Centro italiano adozioni internazionali) ha lavorato in ambito nazionale e internazionale per favorire patti bilaterali tra governi e migliorare la legislazione sull’adozione. Negli anni ’70 ha fatto parte del Comitato per la fondazione della Sezione di Lecco del Tribunale Russell e della Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli, promuovendo incontri e dibattiti per una migliore convivenza democratica tra i popoli. Negli anni ’80 ha partecipato al coordinamento dei movimenti per la pace e, successivamente, in qualità di Vice-Presidente dell’Unione Culturale di Lecco, ha promosso dibattiti relativi al sud del mondo, al mondo degli esclusi, al tema delle carceri, partendo dalla riforma Gozzini. Accanto a Padre David Turoldo, di cui è stata amica e collaboratrice, ha fatto parte di movimenti ecclesiali di riflessione aperti dal Concilio Vaticano II; dopo la sua morte ne cura alcune pubblicazioni. È stata Consigliere al Comune di Lecco, come indipendente del Pci, nel 1989/91. Nel 1993 entra in Consiglio Regionale da indipendente e aderisce al gruppo PDS: ha fatto parte della Commissione Sanità ed è stata membro della Commissione Cultura. Dal 1995 al 1999 è Vice Presidente della neo-costituita Provincia di Lecco, Assessore alla Cultura e al Territorio. Esce dalla politica attiva non senza dolore, come testimoniano le parole della sorella Angela: “Elena non ha mai smesso di dare il suo contributo alla società civile. Al termine del suo ultimo incarico istituzionale alla Provincia di Lecco, incarico lasciato non senza amarezze, ha voluto tentare nuove strade: la ricerca e lo studio della realtà socio-economica che ha potuto svolgere grazie al sociologo Aldo Bonomi e all’associazione Aaster da lui diretta”. Muore improvvisamente l’8 agosto 2003, a soli 58 anni. Nello stesso anno il Comune di Lecco le attribuisce la Medaglia d’oro alla memoria.