Lettera. L’incredibile odissea in Posta di una lettrice

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(Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di una lettrice dopo una lunga “disavventura” con le Poste, non ancora conclusa.

“Vorrei segnalare, dopo l’ennesimo disservizio, la situazione assurda in cui versa l’ufficio delle Poste di viale Dante.
Direi che questo ufficio applica un codice burocratico borbonico è una gentilezza.
Un utente è rimbalzato decine di volte per ottenere un documento; per ottenere un appuntamento, anche per pratiche legalmente rilevanti quali una successione, occorre fare intervenire il legale.
Non si può parlare con un responsabile, anche per mettere un timbro occorre un’autorizzazione nel back office quasi sempre negata.
L’ultima esperienza: per la chiusura del conto corrente di mia madre deceduta a dicembre,  sono tornata almeno dieci volte, da marzo in poi, con la promessa che qualcuno mi avrebbe contattato per definire la pratica, ebbene non mi ha chiamato ancora nessuno! Tornerò ancora uno di questi giorni e se non avrò una risposta risolutiva, chiamerò le forze dell’ordine.
È kafkiano, una procedura che in banca mi ha richiesto un quarto d’ora non è ancora stata conclusa dopo sei mesi.
Spero possiate dare pubblicare questa mia considerazione: nell’epoca dell’intelligenza artificiale in posta abbiamo ancora le mezze maniche!”.

F. B.