“In una Regione normale il Monte di Brianza sarebbe già Parco”

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OLGIATE – Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell’associazione Monte di Brianza in merito all’annosa questione del parco Monte di Brianza.

Lo stato attuale delle conoscenze copre molti ambiti rimandandoci un quadro abbastanza completo e, grazie a ricerche condotte da appassionati nel tentativo di dare corpo e concretezza al concetto “conoscere per proteggere”, sono emerse peculiarità di grande rilevanza naturalistica e non solo. Per citarne solo alcune: tra i mammiferi possiamo annoverare la presenza ormai stabile del Capriolo; l’avifauna può contare su 150 specie, di cui circa 73 nidificanti, con la presenza di specie di grande interesse conservazionistico come il Gufo reale e altre inserite negli allegati della Direttiva Uccelli della Comunità Europea come il Biancone, noto anche con il nome di Aquila dei serpenti, di recente acquisizione come del resto il Picchio nero. Inoltre, quasi tutti i torrenti del Monte di Brianza vedono la presenza del Gambero d’acqua dolce, specie a grande rischio di estinzione ed inserito nella lista rossa dello IUCN.
Anche in campo botanico sono state rinvenute numerose specie protette, fra cui al momento 16 specie di orchidee spontanee, alcune di queste estremamente localizzate, rare quando non addirittura mai precedentemente segnalate sul territorio provinciale, come Epipactis microphylla e Orchis provincialis, inserita in lista rossa IUCN.
In un Paese normale tutto questo sarebbe bastato perché il Monte di Brianza fosse un Parco. O meglio, fosse GIA’ un Parco e almeno da molti anni e naturalmente tutto il Monte di Brianza, si intende.
In una Regione normale i Parchi e le aree verdi sarebbero inclusi nell’assessorato dell’Ambiente ma in Lombardia no. Questi sono accorpati ad Agricoltura, Risorse Alimentari e… badate bene, Caccia e Pesca!!!
Una Regione normale si sarebbe già pronunciata circa la richiesta di accorpamento ad un Parco Regionale inoltrata da alcune amministrazioni del Monte ormai alcuni anni fa e consapevoli del grande valore del loro territorio in ottemperanza ad una legge regionale disattesa proprio da chi l’ha licenziata.
In una Regione normale, un assessore che riesca nel difficile compito di scontentare contemporaneamente sia i cacciatori, (vedasi le ultime vicende legate all’inizio della stagione venatoria con il conseguente blocco dovuto ad una serie di pasticci amministrativi e burocratici fatti proprio nel disperato tentativo di favorire gli adepti di Diana) sia il movimento degli ambientalisti con esasperanti attese sui pronunciamenti di cui sopra, sarebbe indotto a farsi da parte, a fare altro o, quanto meno, ad occuparsi solo di agricoltura.
In una Regione normale, ovviamente,
Le Associazioni ambientaliste, le amministrazioni e i Parchi hanno fatto la loro parte con atti politici e amministrativi. E la Regione? Una Regione normale o, almeno degna di questo nome, dovrebbe, con equilibrio, garantire gli interessi di tutti i propri cittadini, non solo alcuni o alcune categorie.
Insomma, cosa si deve fare perché un territorio possa diventare una area protetta? Se non basta aver tenuto a battesimo questo territorio, avere testimonianze storiche, culturali ed architettoniche, oltre alla ricchezza naturalistica di cui dicevamo, cosa si deve fare?
Associazione Monte di Brianza