Bione. L’assessore: “L’obiettivo ora è evitare di interrompere il servizio”

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Il centro sportivo Bione di Lecco visto dall'alto

Il centro sportivo rischia la chiusura dal 30 giugno. L’opposizione attacca

L’assessore Torri: “Una possibilità è l’affidamento diretto della gestione”

LECCO – Quarantacinque giorni di tempo: è quanto resta all’amministrazione comunale per trovare una soluzione per il centro sportivo del Bione, dopo che il bando per la gestione temporanea dell’impianto è andato deserto. L’attuale gestione scadrà infatti il 30 giugno.

Il tema era stato sollevato nei giorni scorsi da Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia in commissione consiliare, poi dalla Lega e anche da Forza Italia che nel consiglio comunale di lunedì sera, insieme al resto del centrodestra, ha chiesto conto al Comune della situazione.

“Fatti che non stupiscono – ha detto Simone Brigatti di Lecco Merita di Più – le condizioni del centro sportivo sono indecorose, non all’altezza della nostra città, e poco appetibili per eventuali gestori. Abbiamo già rimarcato quanto fosse sbagliato investire le risorse della Regione nella club house senza intervenire sulle parti ‘calde’ degli impianti. Questo ‘schiaffo’ del bando andato deserto speriamo possa servire a rivedere l’uso di queste risorse. Avete 1,4 milioni di ragioni – ha detto Brigatti riferendosi alle risorse regionali – per rattoppare un centro che fa acqua da tutte le parti”.

Per Zamperini la soluzione migliore “in un momento d’incertezza sulle aperture di palestre e piscine, è quella di coinvolgere le realtà sportive della città, creare un’associazione temporanea di imprese a cui affidare la gestione ‘in house’. Dobbiamo investire sulle associazioni sportive finché non ci sarà un nuovo bando”.

Lo zampino del Covid

Tra le cause della mancanza di proposte concrete alla gestione del centro sportivo, ha spiegato l’assessore allo Sport Emanuele Torri, c’è l’incertezza legata alle misure anti-contagio, che solo di recente hanno stabilito una data di riapertura di palestre e piscine al chiuso.

“Nel bando erano state inserite delle condizioni mai poste in precedenza, come la compartecipazione del comune alle spese di gestione, per questo ci ha un po’ stupito il fatto che sia andato deserto – ha commentato Torri – alcune società avevano effettuato un sopralluogo ma queste incertezze legate alla pandemia hanno scoraggiato gli interessamenti”.

Cosa fare adesso?

“Questa amministrazione si è sempre impegnata affinché il centro sportivo restasse aperto – ha detto l’assessore – l’obiettivo è fare in modo che non ci siano interruzioni di servizio. A giugno la piscina potrà riaprire. La normativa prevede che il Comune, dopo il bando andato deserto, possa procedere con un affidamento diretto alle stesse condizioni del bando. Resta aperta anche la possibilità del project financing, quindi portare avanti una progettazione pubblico-privato e intervenire sulle aree che necessitano di interventi”.

“In questi 40-45 giorni – ha concluso Torri – faremo il possibile per proseguire l’apertura del centro sportivo e per non andare incontro ad una chiusura”.

Spogliatoi, nuova proroga ai lavori

Nel frattempo, i lavori per i nuovi spogliatoi dei campi da calcio non sono ancora conclusi: l’impresa che sta eseguendo l’intervento ha chiesto un’ulteriore proroga di 50 giorni. Lo ha confermato l’assessore ai Lavori Pubblici, Maria Sacchi, rispondendo alla richiesta di informazioni del consigliere Cinzia Bettega della Lega.

Una richiesta di ulteriore tempo motivata dalle difficoltà di reperimento delle forniture di profili per i prefabbricati, per cause legate all’emergenza Covid.