Gigi Riva racconta l’anima della “sua” Nembro cancellata dal covid

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Gigi Riva

“Il libro che non avrei mai voluto scrivere ma che sono contento di aver scritto”

Bella serata, sabato a Calolziocorte, con il giornalista de L’Espresso che ha raccontato una generazione spazzata via

CALOLZIOCORTE – Secondo e ultimo degli appuntamenti calolziesi, sabato sera, del ricco programma di Leggermente, la rassegna dedicata alla lettura organizzata da Assocultura Confcommercio Lecco. Dopo i saluti dell’assessore, nonché presidente di Confcommercio zona Valle San Martino, Cristina Valsecchi, sul palco è salito il giornalista de L’Espresso, attualmente è editorialista, Gigi Riva che ha presentato “Il più crudele dei mesi” (Mondadori).

Originario di Nembro, ha ricostruito con la tecnica narrativa della letteratura del vero quelle fatali settimane, tracciando una Spoon River vividissima in un romanzo corale dove i protagonisti sono donne e uomini che hanno dovuto far fronte a una catastrofe. Fino all’inizio del 2020, Nembro era semplicemente un comune in provincia di Bergamo, simile a tanti altri in Italia. Dopo non più, perché diventa il paese più colpito dal Covid-19. Tra le vittime, molti personaggi conosciuti, che rivestivano ruoli di primo piano nella comunità.

“Il libro che non avrei mai voluto scrivere ma che sono contento di aver scritto – ha detto Gigi Riva intervistato dal giornalista Dario Bonaiti -. Nembro, il mio paese, è un po’ il paradigma di quello che è successo in Italia e nel mondo. Ho cercato di raccontare le reazioni umane che, in fondo, non sono cambiate nel corso dei secoli: gli abitanti di quella zona all’inizio furono additati come untori e poi quei provvedimenti sanitari (con le relative critiche) che tanto assomigliano alle grida durante la peste del Manzoni”.

Il giornalista nel libro ha privilegiato i sentimenti e gli aspetti umani rispetto alla cronaca: “Ho pensato che la cosa più interessante fosse raccontare alcune delle vite che il covid si è portato via perché se Nembro era Nembro lo si doveva proprio a quella generazione di persone spazzata via dalla pandemia. Tutte figure che hanno costruito e continuavano a formare il panorama del mio paese. Guardare avanti ricordando i giganti che ci hanno preceduto per trovare un senso di speranza”.

L’illusione di essere immortali, gli errori della politica per la mancanza di un piano pandemico, l’essere obbligati a fare i conti con la morte nel modo più duro, senza il momento del commiato e il rito del funerale. E poi, nel finale di serata, Gigi Riva ha risposto anche ad alcune domande del pubblico sulla guerra in Ucraina vista la sua grande esperienza come inviato speciale nell’ex Jugoslavia e in Medioriente.

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