Il 22 maggio 1874 nasceva il Cai Lecco: grande festa per i 150 anni dell’associazione

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Serata intensa ed emozionante per celebrare il traguardo. Presentato anche il libro “In cammino con i pionieri”

Il presidente del Cai nazionale Antonio Montani: “Se c’è una capitale dell’alpinismo quella è Lecco”

LECCO – 22 maggio 1874. In quel giorno nasceva ufficialmente la Sezione di Lecco del Club Alpino Italiano. 150 anni dopo l’associazione guidata da Adriana Baruffini (prima presidente donna della storia del club) ha festeggiato l’importante traguardo con una serata di gala all’auditorium della Casa dell’Economia.

Il primo pensiero, non poteva essere altrimenti, è andato a Valentino Alquà e Massimo Ratti, alpinisti esperti travolti da una valanga mentre stavano facendo scialpinismo in Svizzera domenica scorsa. Il pubblico in sala li ha salutati con un lungo applauso, mentre il Coro Alpino Lecchese diretto dal maestro Francesco Bussani ha dedicato loro il canto “Signore delle Cime”.

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“Auguri al Cai di Lecco e a tutti i suoi soci – ha detto il sindaco Mauro Gattinoni -. Se parlare di Lecco e parlare di montagna è la stessa cosa, lo dobbiamo alla nostra storia. Lecco non sarebbe ciò che è se non avesse le montagne. Montagna è sinonimo di alpinismo, un alpinismo che ha reso immortale il nome di Lecco a livello internazionale. La montagna è l’anima della nostra città e tutto questo si è tradotto in un fermento culturale e associativo. Quando parliamo di Cai Lecco non parliamo solo di alpinismo, ma c’è la dimensione di avviamento alla montagna, c’è la dimensione della cura della montagna e della cultura con temi sempre più profondi e attuali. Su questi temi il Cai vuol diventare e può essere l’associazione che guarda al futuro, con tutte quelle sfide che solo chi va in montagna è in grado di accettare e vincere”.

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Adriana Baruffini

Il sindaco ha quindi donato alla presidente del Cai Lecco Adriana Baruffini una targa celebrativa per i 150 anni ricordando con gratitudine quanto fatto dall’associazione per portare in alto il nome di Lecco.

“150 anni sono tanti: ci sono stati momenti esaltanti e momenti difficili dalla quale la sezione è sempre risorta, e penso alle due Guerre Mondiali – ha detto la presidente del Cai -. All’interno di tutto ciò ci sono i valori fondanti che oggi ci richiamano alle sfide ambientali che dobbiamo affrontare. Quella di questa sera è una festa che vogliamo dedicare alla nascita del Cai e, in particolare, ai primi 50 anni di una storia profondamente intrecciata al territorio, fatta da gente che aveva la montagna negli occhi e nel cuore. Oggi Lecco è una delle sezioni più importanti a livello nazionale, sia per numero di iscritti che per la vivacità delle sue attività. Mi auguro che questa sia una festa piena di emozioni, pensieri positivi e benaugurante per la nostra associazione”.

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Corpo Musicale Alessandro Manzoni

Il consigliere regionale lecchese Giacomo Zamperini ha richiamato l’attenzione sull’importanza di coloro che non compariranno mai nelle pagine dei libri: “Volontari che insegnano come andare in montagna o organizzano gite. Spesso trascuriamo queste persone senza le quali non ci sarebbe il Cai e non ci sarebbe la montagna. Volontari che nessuno conosce, ma fondamentali per l’immensa tradizione alpinistica lecchese che, proprio da loro, viene custodita e tramandata. Sono le piccole cose che fanno la differenza nella prosecuzione di una storia che viene portata avanti da chi ha l’umiltà del cuore”.

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Antonio Montani

Alla festa del Cai Lecco ha preso parte anche il presidente del Cai nazionale Antonio Montani: “Quando nacque il Cai si guardava alla montagna come momento educativo e questo aspetto non è cambiato in tutti questi anni – ha detto -. Coloro che hanno contribuito alla nascita dei Cai guardavano ai giovani e anche noi, oggi, dobbiamo guardare ai giovani. Non vergognatevi di fare educazione andando in montagna”.

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Il presidente del Club Alpino Italiano ha poi sottolineato l’importanza della storia alpinistica di Lecco: “Qualche tempo fa ho assistito a una curiosa discussione su quale fosse la capitale dell’alpinismo tra Torino e Milano. Non so quale sia la capitale dell’alpinismo, ma se c’è una capitale dell’alpinismo quella è Lecco, per la sua storia e per la storia degli uomini che hanno scalato le montagne”.

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Gli autori del libro

La serata è poi entrata nel vivo con le canzoni interpretate dal Coro Alpino Lecchese intervallate da letture, a cura del laboratorio teatrale Carlo Pirovano diretto dal Michele Casadio, di alcuni brani del libro realizzato appositamente per l’anniversario dal titolo “In cammino con i pionieri. 1874-1924 I primi cinquant’anni del Cai Lecco”. Un susseguirsi di suggestioni di parole e musica culminate con l’esecuzione del Coro Alpino Lecchese e del Corpo Musicale Alessandro Manzoni di Lecco dei due inni dell’associazione: quello più famoso musicato da Carlo Gomes su testo di Antonio Ghislanzoni (librettista dell’Aida di Giuseppe Verdi) e la canzone degli alpinisti lecchesi musicata da Cesare Persichetti su testo di un altro Ghislanzoni.

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Durante la serata c’è stato spazio anche per la presentazione del libro “In cammino con i pionieri” focalizzato sui primi 50 anni del Cai Lecco. In sala gli autori Alberto Benini, Pietro Corti e Sergio Poli, insieme al disegnatore Raffaele Negri e al fotografo Mauro Lanfranchi. “Dell’alpinismo dagli Anni ’30 in poi sono stati scritti scaffali di volumi, perciò abbiamo pensato di raccontare i primo 50 anni, un periodo molto vivace in una Lecco che stava consolidando la sua vocazione industriale. Per realizzare questo racconto abbiamo ‘saccheggiato’ gli archivi del Cai ed è stato molto divertente poter mettere le mani su tutti questi documenti. Il libro è dedicato ad Antonio Stoppani, Mario Cermenati, Giovanni Pozzi e Giuseppe Ongania”.

Laboratorio teatrale Carlo Pirovano
Laboratorio teatrale Carlo Pirovano

Una serata intensa e ricca per rendere onore a una storia, quella del Cai Lecco, che è stata capace in questi 150 anni di scrivere pagine importantissime senza mai perdere il suo prezioso legame con il territorio con un’innata capacità di rinnovarsi e guardare al futuro. Al termine il folto pubblico ha anche potuto ammirare la suggestiva proiezione luminosa del logo dei 150 anni sulla parete del San Martino.

(Si ringrazia Giancarlo Airoldi per il servizio fotografico)

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