Il Cai Ballabio ricorda il “Miro” con una serata e dedica la palestra di boulder al “Butch”

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Illuminata la via di Casimiro Ferrari allo Zucco di Teral

Una bellissima serata tra emozioni e ricordi. Nel pomeriggio inaugurata la palestra di boulder dedicata a Marco Anghileri

BALLABIO – Classe 1940, originario di Rancio (Lecco), a soli 19 anni l’ingresso nel Gruppo Ragni della Grignetta, a 21 anni è diventato Accademico del Cai. E’ innegabile che l’alpinista lecchese Casimiro Ferrari sia stato un punto di riferimento a livello nazionale e mondiale, a parlare è la sua storia alpinistica, ed è per questo che il Cai di Ballabio, a 20 anni dalla sua scomparsa, ha voluto ricordare questa importantissima figura attraverso le voci dei suoi compagni di cordata.

Il presidente del Cai Ballabio Marco Anemoli con Laura Ferrari, figlia di Casimiro

In tanti nella serata di ieri, sabato, hanno partecipato alla bella serata organizzata al centro polifunzionale di Ballabio e condotta dalla giornalista Sara Sottocornola e da Nicoletta Favaron, regista e vice presidente del Film Festival di Trento.

Forza, tenacia e caparbietà erano i tratti peculiari del “Miro”, questo il suo soprannome, che lo hanno portato a realizzare un vero e proprio capolavoro con la salita della Ovest al Cerro Torre, l’impresa che più di tutte ha proiettato lui, i Ragni e l’alpinismo lecchese sulla scena mondiale.

“Una giornata molto importante per il Cai Ballabio, cominciata con l’inaugurazione della palestra boulder e la sua intitolazione all’amico alpinista Marco ‘Butch’ Anghileri e che prosegue con questa bella serata per ricordare i vent’anni della scomparsa di Casimiro Ferrari e i 20 anni della realizzazione della nostra sede che è intitolata proprio a lui – ha detto il presidente del Cai Ballabio Marco Anemoli -. Grazie all’aiuto del gruppo Asen Park abbiamo voluto fare qualcosa di più, illuminando la via del Miro allo Zucco di Teral, sopra Ballabio, un gesto importante per questa serata nata un po’ in sordina ma che, grazie al legame che ancora vive tra Casimiro e la popolazione di Ballabio, ha preso sempre più corpo. Sognatore, spontaneo, genuino, impulsivamente burbero, duro, altruista, molto solitario quanto sostenitore dello spirito di gruppo… questi sono solo alcuni degli aggettivi con cui ho sentito descrivere Casimiro Ferrari dai sui compagni di cordata. Tanti aggettivi che non solo identificano un grande alpinista, ma un grande uomo che ha lasciato tanto nei cuori dei cittadini di Ballabio”.

La via di Casimiro Ferrari allo Zucco di Teral illuminata (foto Nello Fumagalli)
La via di Casimiro Ferrari allo Zucco di Teral illuminata (foto Nello Fumagalli)

Una serata carica di emozioni e di ricordi, sul palco si sono alternati i grandi nomi dell’alpinismo locale che si sono legati alla corda di Casimiro Ferrari per scrivere pagine importantissime della storia dell’alpinismo che ancor oggi, a distanza di anni, sono capaci di accendere la fantasia dei più giovani. Sul palco Dino Piazza, Luigino Airoldi, Bruno Lombardini, Giuliano Maresi, Carlo Aldè, Danilo Valsecchi, Egidio Spreafico, Luigi Corti, Luciano Spadaccini in un fiume di racconti e sentimenti che non si sono mai spenti e che si sono alternati, grazie ai filmati messi a disposizione dall’archivio dei Ragni, a veri e propri viaggi nella memoria sulle montagne di tutto il mondo.

Sul palco anche la figlia di Casimiro, Laura, a cui il Cai ha assegnato il primo Teral d’Or: “Perché è importante legare la storia di allora con il presente. E Casimiro Ferrari è sempre nei nostri cuori” ha detto il presidente Anemoli. “Mantenere il ricordo vivo è sempre importante – ha detto con un filo di commozione Laura Ferrari -. E’ stato un 2021 molto intenso e questa serata credo sia la conclusione più bella”.

Presenti anche il sindaco di Ballabio Giovanni Bruno Bussola, il presidente del Cai Lombardia Emilio Aldeghi e il presidente del Cai Lecco Alberto Pirovano. Nel pomeriggio, invece, alla presenza del sottosegretario di Regione Lombardia Antonio Rossi e della mamma di Marco Anghileri, il Cai ha vissuto un altro momento molto importante con l’inaugurazione e l’intitolazione della nuova palestra di arrampicata boulder del centro polifunzionale a Marco “Butch” Anghileri. L’indimenticato alpinista della generazione successiva a quella di Casimiro Ferrari, allo stesso modo e con la stessa passione, ha saputo interpretare e leggere in maniera del tutto originale la montagna e l’alpinismo.

E con l’immagine delle decine di luci a illuminare la via del Miro allo Zucco di Teral, la certezza che la via tracciata da due personaggi come Casimiro Ferrari e Marco Anghileri  risplenderà ancora per molto tempo…