Zone rosse e accoglienza, Calolzio sale alla ribalta della cronaca nazionale

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Le reazioni dopo l’approvazione del regolamento sui centri di accoglienza

L’istituzione delle “zone rosse” ha suscitato l’interessamento della stampa nazionale

CALOLZIOCORTE – Ha suscitato parecchio interesse l’approvazione, a Calolziocorte, di un regolamento comunale sulle strutture di accoglienza per i migranti.

L’argomento è approdato in consiglio comunale lunedì scorso, dopo un iter durato parecchi mesi e alcuni passaggi in commissione.

“Non vogliamo impedire ma regolamentare – aveva spiegato il sindaco di Calolzio Marco Ghezzi -. L’accoglienza non deve diventare sfruttamento”.

Il regolamento, che individua alcune zone sensibili dove non sarà possibile aprire centri di accoglienza, cerca di mettere alcuni punti fermi anche rispetto ad alcune caratteristiche igienico sanitarie di cui il centro dovrà essere dotato.

Contrari i consiglieri di minoranza dei due gruppi “Cittadini uniti per Calolzio” e “Cambia Calolzio”. Sonia Mazzoleni, in particolare, ha parlato di una mossa propagandistica e di voler portare la questione in Prefettura, mentre Diego Colosimo ha detto che si tratta di un regolamento fortemente discriminatorio.

La maggioranza, votando in maniera compatta il regolamento, ha ribadito la volontà di regolamentare e non di impedire aperture di strutture di accoglienza.

Giornali, radio e Tv nazionali a Calolziocorte

La questione è salita alla ribalta delle cronache nazionali. Diego Colosimo di “Cambia Calolzio” è stato intervistato dal Tg 3 Lombardia, Radio Popolare e sarà intervistato da Barbara Palombelli per “Stasera Italia” su Rete 4 (20.30). Il consigliere, infine, sarà in diretta su Agorà (Rai 3) venerdì mattina. Anche il sindaco Marco Ghezzi è stato contattato oggi da stampa e televisioni nazionali. Le telecamere di La7, invece, hanno intervistato il sindaco Ghezzi e i cittadini.

La mappa dove sono state individuate le zone rosse e blu

Le reazioni della politica

Il parlamentare lecchese Gian Mario Fragomeli (PD): “Calolziocorte ha compiuto una scelta di una gravità inaudita. Per volontà della giunta leghista e per pura propaganda politica è stato introdotto un principio di vero e proprio segregazionismo con la creazione di zone dove viene vietato l’accesso per migranti senza distinzioni di sorta. E’ una scelta incredibile e inaccettabile anche in considerazione del fatto che in quel territorio vivono in tutto 18 migranti (7 ragazzi maggiorenni di cui 6 con contratto di lavoro nella frazione di Rossino e nella frazione di Casale un nucleo familiare, una mamma con un bimbo di 3 anni e 3 mamme di bimbi di meno di un anno). L’interdizione decisa dal Comune riguarda anche la possibilità di ospitare persone e quindi nega anche alle strutture e di accoglienza ecclesiastiche e laiche presenti di svolgere la loro opera. Siamo all’assurdo e deve essere chiaro a tutti a che punto è arrivata e quali conseguenze sta avendo la becera linea politica porta avanti dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini”.

Il commento di Raffaele Straniero e Fabio Pizzul, consigliere e capogruppo regionali del PD: “A Calolziocorte è stato reintrodotto l’apartheid. La decisione del sindaco e della Giunta leghista di Calolzio di tenere a distanza dai luoghi considerati sensibili 18 migranti, tra cui parecchi bambini nella primissima fascia di età, puzza di discriminazione razziale lontano chilometri. Non è semplicemente la volontà di non far costruire centri di accoglienza per profughi nei pressi di scuole, oratori, come se poi la Chiesa volesse tenere lontani gli ultimi, la stazione, dove semmai i problemi sono ben altri, o la biblioteca, cioè un luogo di cultura e integrazione per eccellenza. E’ proprio il gesto di dire che alcuni luoghi del comune non possono essere ‘avvicinati’ o ‘frequentati’ da donne, uomini e bambini che non appartengono alla nostra razza, che hanno un colore della pelle diverso dal nostro. Apartheid, appunto. Questo è il nome giusto. Scandaloso, poi, che questa decisione venga paragonata al provvedimento contro il gioco d’azzardo patologico, che anche noi abbiamo appoggiato e diffuso perché equiparabile appunto a una malattia che crea danni e problemi famigliari gravi. Per i leghisti di Calolziocorte va usato lo stesso metro di misura: luoghi sensibili distanti dalle slot machine per loro è la stessa cosa di esseri umani distanti dalla chiesa, dalla scuola, dalla biblioteca… Un concetto inaccettabile e vergognoso”.