Lettera. Fotovoltaico “farlocco” alla Ticozzi

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Pubblicato il bando per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico sul tetto della scuola “Don Ticozzi” di San Giovanni. Gli operatori interessati hanno tempo fino al 23 giugno per presentare le offerte (Per maggiori informazioni).
Intanto alla redazione di Lecconotizie è arriva una lettera che critica duramente la scelta dell’Amministrazione guidata dal sindaco Virginio Brivio e parla di “farloccata del bando”. Di seguito il testo integrale e firmato:

Cara Lecco Notizie,
è paradossale come questa nuova Amm.ne Comunale inizi sempre dalla coda nel fare  azioni propedeutiche ai cittadini depotenziandone quindi i risultati. Dopo l’aumento dei biglietti dei bus e pure il taglio delle corse; dopo l’adesione a singole giornate sul risparmio energetico e all’imperterrito quotidiano spreco di corrente in corridoi e stanzoni vuoti del Municipio, ecco la farloccata del Bando per i pannelli fotovoltaici.
La missione del Comune non è certo fare lo speculatore ma è paradossale come faccia azioni dove fa credere di guadagnare 10 ed invece ne perde 90.
L’ennesimo esempio è appunto il Bando per la cessione, alla società che vincerà l’appalto, del diritto di superficie del tetto della scuola media don Ticozzi, (1400mq), per l’istallazione di pannelli fotovoltaici, in cambio, più o meno, del pagamento della bolletta elettrica, (16.000 euro).
Questa Amministrazione, che si spaccia, a vanvera, di essere ecologista, vicina all’ambiente (bastano i fiori nelle aiuole?) e attenta agli interessi dei cittadini, nasconde, o ignora, innanzitutto il problema maggiore degli immobili scolastici comunali. Che non è il costo dell’energia elettrica consumata ma la dispersione termica e conseguentemente lo spreco di riscaldamento con i relativi costi. Che quei pannelli non risolvono.
Ci sono comunque, se proprio si vuole sposare la teoria dei pannelli decine e
decine di soluzioni più convenienti, più concrete e meno pubblicitarie di quelle scelte con questo Bando frutto di una discussione consigliare con pochissima documentazione e altrettanta poca competenza, che non fa altro che svendere, per 20 anni, una vita, superficie pubblica al privato che farà affari ben superiori ai soldi dati al Comune. Tra le tante vie e ben prima di questa scelta, per esempio c’è quella di appoggiarsi alle Es.co, società professioniste che attraverso le proprie competenze, risolvono, senza costi (!) per il Comune, il problema di dispersione e spreco energetico, tenendo per sè, per un limitato numero di anni, concordato, parte di questi risparmi. Oppure bastava copiare più o meno l’esperienza di mille altri Enti (uno tra i tanti è quello di Trezzo sull’Adda) o del Liceo Grassi di Lecco ad un palmo di naso dal Comune. Cioè  fare un Bando (chiavi in mano), che, con offerte al ribasso, individuasse l’azienda che con precise direttive e obblighi contrattuali, per conto del Comune, e non personale come ora, installasse i pannelli (del Comune). Obblighi contrattuali come: -Potenza di erogazione minima dell’impianto garantita; -Coperture assicurative; -Contratto con il GSE per vendergli l’energia in eccesso prodotta dai pannelli e, non essendo usata tutta dalla scuola, messa in rete (ora sarà invece tutta dell’azienda. Auguriamoci che non aumenterà il costo e/o il consumo della scuola); – una società di leasing per uno finanziario di durata inferiore alla garanzia dei pannelli, per l’acquisto degli stessi, con una rata per il Comune fissa e comunque mai superiore al ricavo derivante dalla vendita dell’energia al GSE; ecc. ecc.
Esempi che, come detto, ce ne sono a iosa. Tutti più etici, più sostenibili, più seri, più educativi della sghemba farloccata approvata con questo Bando. Il Comune di Lecco, con la lodevole eccezione del solo Consigliere Magni è tutto  impegnato invece con queste politiche superficiali di sola immagine, deciso a  riempire secchielli bucati e restare con tasche piene di vuoto.

Paolo Trezzi