Gas. Lecco dice “sì” alla Multi-utility tra le critiche dell’opposizione

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LECCO – Un’operazione necessaria per resistere sul mercato o la svendita di un patrimonio pubblico a svantaggio del territorio? Posizioni contrapposte e scontro duro in Consiglio Comunale a Lecco sul destino di Acel e Lario Reti Gas, designate alla fusione in quella che è già stata definita la Multi-utility del Nord.

Le due società lecchesi, di vendita e fornitura del gas e facenti capo entrambe a Lario Reti Holding, andrebbero a confluire, insieme alla varesina Aspem e alle sondriesi Aevv e Aevv Energie, in Acsm-Agam, società controllata in parte dai comuni di Monza e Como per dare vita ad nuovo soggetto insieme ad A2A, società mista pubblico-privata, per metà di proprietà dei comuni di Milano ( al 25%) e Brescia (25%).

Un progetto che potrebbe compiersi già a primavera, serve il via libera dei soci, i Comuni, e Lecco gioca un ruolo cruciale. “E’ un passo avanti significativo – ha commentato il sindaco Virginio Brivio, chiamando lunedì sera il Consiglio Comunale al voto – l’esigenza è quella di rafforzare la dimensione energetica, dobbiamo prendere atto che il mercato è sempre più competitivo. Per società sane come le nostre è bene fare operazioni di aggregazione in un momento positivo come questo, non quando ci saranno segnali di affanno. La multi-utility sarà radicata nel territorio attraverso i consigli comunali”.

A Lecco sarà interessato solamente il servizio di fornitura di gas, non l’energia elettrica, ha ricordato il sindaco, “e Lario Reti non verrà meno nel suo ruolo”.

Eppure sono tante le perplessità avanzate dalle minoranze in aula: l’operazione non convince, a rischio c’è Acel, una delle società pubbliche del territorio che è cresciuta negli anni, diventando una realtà solida che ha fatto della vicinanza al territorio il suo cavallo di battaglia.

Stefano Parolari (Lega Nord)

 

“ACSM ha perduto circa il 30% di potenziali clienti dal 2003 al 30 settembre 2009, circa il 15% se consideriamo il periodo tra il  30 marzo 2009 e il 30 settembre 2017. Dal 2003 invece Acel ha guadagnato il 33% di clienti – ha rivelato Stefano Parolari, consigliere della Lega Nord e primo presidente di Acel Sevice alla nascita della società, nel 2003 – Con la scusa del mercato che cambia, una balla già propinata in passato, si vuole andare verso un modello che è fallimentare e ci associamo con realtà che sono in forte sofferenza” ha denunciato il politico del Carroccio presentando ben cinque emendamenti per modificare l’atto di indirizzo, bocciati uno dopo l’altro dalla maggioranza.

Parolari chiedeva di escludere Acel dal procedimento o in alternativa di garantire ai Comuni soci gli stessi dividendi che in questi anni la società lecchese era stata in grado di fornire agli enti pubblici, ben “6,5 milioni di euro l’anno”.

Massimo Riva , consigliere comunale dei Cinque Stelle a Lecco

“Voglio capire come questo nuovo soggetto riuscirà a garantirci gli stessi dividendi – ha insistito sulla questione anche Massimo Riva dei Cinque Stelle, presentando un proprio ordine del giorno, anche questo non approvato dall’aula – se dovessero venire a mancare, potrebbe prefigurarsi un danno erariale per i nostri comuni. Invece diamo una grossa mano a soggetti che hanno una posizione meno brillante della nostra e il presidio territoriale sparisce, perché di fatto avremo due consiglieri di amministrazione espressione di Lario Reti Holding, in un consiglio dominato con sei consiglieri da A2A che nominerà anche il settimo attraverso Aspem”.

“Saremo solo una goccia in un vaso, noi ed altri che, se non si metteranno d’accordo tra loro, subiranno le decisioni di A2A. Dividi e conquista – ha denunciato Alberto Anghileri di Con la Sinistra Cambia Lecco – prima i servizi sociali con la società mista, poi i trasporti con l’agenzia regionale, ora il gas… su tre elementi importanti il Comune di Lecco decide di non giocare il proprio ruolo o di giocarlo in misura minore. Con Acel oggi i cittadini si rapportano di persona agli operatori, in futuro dovranno farlo con una segreteria telefonica”.

Agnese Massaro (PD)

C’è poi la questione occupazionale delle maestranze al lavoro nelle due società, una preoccupazione testimoniata dalla presenza tra il pubblico dei dipendenti di Lario Reti Gas che ad oggi non sanno quale sarà il loro futuro. Ma per il PD la strada della Multiutility è quella giusta ed ha votato compatto e approvato il provvedimento insieme alle liste di coalizione:

“Siamo coscienti di quali siano oggi le caratteristiche del mercato della distribuzione del gas e del panorama legislativo che lo regola – ha spiegato il consigliere Agnese Massaro – il problema è come mantenere le stesse caratteristiche di controllo pubblico in un mercato liberalizzato. La Multiutility aggrega cinque province lombarde e consente di mantenere saldamente il servizio sotto il controllo degli enti pubblici”.

Sempre tra i democratici, Andrea Frigerio ha ricordato i 500 milioni di investimenti ipotizzati nello studio di fattibilità del nuovo soggetto societario, “risorse che si riverseranno sul territorio migliorando il servizio. Questa è un’operazione industriale per dare un futuro alle nostre società e abbiamo cinque comuni capoluogo, di colore politico diverso, che guardano tutti nella stessa direzione”.