Insieme per Dervio: “Promesse disattese su asilo e nuova biblioteca”

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Casa Elide Dervio

La minoranza derviese contraria alle decisioni della Giunta sull’uso dell’ immobile adiacente al Comune

Dopo aver promesso per due anni che l’edificio sarebbe stato utilizzato per destinazioni pubbliche, è stata cambiata diametralmente idea”

DERVIO – Dopo l’annuncio trasmesso ieri, martedì 3 gennaio, dal sindaco di Dervio Stefano Cassinelli, in merito ad alcuni interventi di demolizione che stanno interessando le scuole medie del paese e che riguarderanno anche un vecchio edificio adiacente al Municipio, il cui abbattimento sarà funzionale alla creazione di una piazza con spazi di sosta annessi, la minoranza ‘Insieme per Dervio’ si è espressa su quest’ultimo caso, definendo le scelte della Giunta prese senza che “nessuna di queste sia stata approfondita dal Consiglio Comunale e nemmeno da altri organi di partecipazione democratica come consulte o commissioni”.

Inizialmente l’edificio, che fu di proprietà della signora Elide Bonazzola, avrebbe dovuto ospitare un asilo nido e una nuova biblioteca, e così era riportato anche sulla delibera d’acquisto emessa dal Consiglio, per una spesa di oltre 242 mila euro: “Due anni fa il sindaco, in un video ampiamente pubblicizzato a Natale 2020, prometteva infatti di destinare tale comparto a ‘un asilo nido e una biblioteca nuova e moderna’. A tale promessa era seguito un silenzio lungo 2 anni, quando poi arrivò la notizia che lo Stato aveva erogato fondi per la costruzione di nuovi asili a centinaia di Comuni, tra cui Dervio, ma che l’asilo sarebbe stato costruito davanti all’ex distributore di benzina lungo la Provinciale. Scopriamo ora, sempre a cose fatte nello ‘stile’ che caratterizza questa amministrazione, che la Giunta, dopo l’asilo, non intende costruirvi neanche la promessa nuova sede della biblioteca”.

È arrivata infatti la decisione di abbattere tutto il fabbricato, per un costo pari a 29 mila euro, e la volontà di realizzare nello spazio lasciato vuoto dall’edificio un parcheggio per 12 posti auto, aventi un costo di 250 mila euro, per un totale di oltre 521 mila euro (contano anche l’acquisto dell’immobile da demolire).

“Al di là di questi numeri che fanno già riflettere – commenta la minoranza – e al fatto che nessuna di queste scelte sia stata approfondita dal Consiglio Comunale, e nemmeno da altri organi di partecipazione democratica come consulte o commissioni, risalta il metodo utilizzato dalla Giunta. Dopo aver promesso per due anni che l’edificio sarebbe stato utilizzato per destinazioni pubbliche, è stata cambiata diametralmente idea (come già successo in altre occasioni), e in pochi giorni la Giunta ha deliberato il 7 dicembre di demolire l’immobile e il 21 dicembre ha approvato il progetto di realizzazione di un parcheggio, salvo poi il 23 decidere di procedere a una gara (a cavallo delle festività natalizie) per affidare l’incarico di progettazione dello stesso intervento, procedura conclusa in tempi record già il 28 dicembre”.

A suscitare perplessità dunque, questo cambio repentino, e soprattutto la giustificazione di ‘pericolosità’ dell’edificio utilizzata per abbatterlo, fino a questo momento rimasta inespressa: “Ci si chiede perché affidare un progetto quando nelle delibere è scritto più volte che tale progetto esista già. Il 2 gennaio è poi comparsa l’ordinanza del sindaco per imporre la demolizione dell’edificio, ovviamente giustificata da motivi di pericolosità che evidentemente venivano taciuti quando si prometteva ai derviesi l’utilizzo come asilo nido e biblioteca, ma anche quando si consentiva l’accesso alla vicina palestra, da ieri interdetto da transenne, per la tombola natalizia e per il concerto dei cori, quando veniva organizzato il capodanno in piazza, a pochi metri di distanza con un via vai di persone dove ora viene impedito il passaggio, o anche solo nei 7 giorni intercorsi tra la relazione dell’ufficio tecnico sullo stato dell’immobile e la chiusura, avvenuta solo ieri, della via, molto utilizzata per gli spostamenti in centro paese…”.

Nello specifico a non essere stata rispettata, secondo il gruppo, è la norma ‘che prevede che gli edifici di proprietà pubblica con più di 70 anni vengano sottoposti alla procedura di verifica dell’eventuale interesse culturale espressamente prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tale attività, per ammissione stessa della Giunta, non è ancora neppure iniziata, e tra l’altro prevede, nei casi di demolizione senza autorizzazione della competente Soprintendenza, sanzioni anche penali. A maggior ragione quindi ci chiediamo perché tanta fretta nel voler effettuare un intervento che è rimasto nel dimenticatoio per 2 anni esatti, per poi diventare urgente negli ultimi 20 giorni. A dimostrazione della gravità di quanto avviato dalla Giunta, la Soprintendenza ha oggi bloccato questa sconclusionata iniziativa comunale ristabilendo il rispetto della legge, esattamente come avevamo chiesto di fare alla Giunta stessa qualche giorno fa con la nostra interrogazione”.