Commemorazione dei morti Rsi senza scontri

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La commemorazione in ricordo dei 16 ufficiali e sottufficiali della Repubblica Sociale fucilati dalle brigate partigiane all’interno dello stadio Rigamonti Ceppi il 28 aprile del 1945 si è svolta nella più totale tranquillità. Dopo l’atto vandalico firmato dal movimento anarchico messo a segno due notti fa, consistito nella scritta “fascisti al muro oggi come ieri” e la vernice rossa a sporcare la targa bronzea con incisi i nomi dei 16 repubblichini, il timore era quello di una contestazione in piena regola e uno scontro con il gruppo che si è riunito per la commemorazione.

In forma preventiva un buon gruppo di forze dell’ordine composte da Carabinieri, Digos e Polizia Locale, ha assicurato il normale svolgimento della cerimonia, chiudendo al traffico via Pascoli.

Un centinaio circa i partecipanti, tra i quali i componenti della Giunta provinciale, che si sono riuniti alle 18 di oggi, giovedì, d’innanzi alla targa, con il presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava e il consigliere comunale Antonio Pasquini a fianco del tricolore che hanno preso la parola.

“Questo momento è un segno di profondo rispetto e un ricordo doveroso per coloro che sono stati ingiustamente uccisi il 28 aprile di 66 anni fa – ha esordito Nava – Lecco è stato teatro i momenti tragici come questi, episodi in cui è mancato il totale rispetto della vita umana quando ormai le ostilità erano terminate”.

Il consigliere Pasquini ha sottolineato come “in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia non si può prescindere anche da quel 28 aprile”, ricordando come su “tutto e tutti deve sventolare il tricolore”. Infine si è rivolto ai giovani presenti: “Abbiate coraggio di rifiutare l’odio, di riconoscere le luci ma anche le ombre della nostra storia e il coraggio di perseguire la riappacificazione nazinale”. Infine parole di apprezzamento da parte del consigliere Pasquini anche per l’intervento del sindaco Virginio Brivio che subito dopo l’atto vandalico ha diramato un comunicato condannandolo categoricamente.

Prima del minuto di silenzio, il presidente Nava ha voluto leggere un biglietto ricevuto da Maria Adele Tentori, presente alla commemorazione che un partigiano lasciò sulla tomba di uno dei 16 repubblichini uccisi datato 25 aprile 1969: “Siete morti inutilmente come i nostri caduti. I veri nemici non eravate voi. Colui che comandò il plotone d’esecuzione vi ricorda”.