LECCO – Incontriamo il consigliere regionale Raffaele Straniero (PD) per un nuovo aggiornamento sui temi della politica lombarda e sugli ultimi argomenti affrontati in Regione.
Lo stato di emergenza Covid si è ufficialmente concluso lo scorso aprile, dopo due anni drammatici che hanno visto la Lombardia, prima di altri, al centro di una pandemia diventata poi mondiale. Recentemente si sono chiusi i lavori della commissione di inchiesta del Consiglio regionale incaricata di fare luce sulla correttezza delle azioni messe in atto da Regione Lombardia per fronteggiare questa emergenza. Cosa è emerso?
“La commissione si è chiusa, purtroppo, senza giungere a conclusioni condivise, ma con una relazione di maggioranza e una di minoranza. Si è trattato di un lavoro lungo e approfondito che, nonostante abbia incontrato un muro da parte della Giunta, ha comunque potuto completare un quadro che ha permesso di mettere in luce problemi evidenti nella sanità regionale, soprattutto territoriale, e nella strategia adottata nei primi mesi della pandemia. Purtroppo l’atteggiamento del centrodestra non è mai cambiato: ritiene di aver fatto tutto giusto e rifarebbe tutto uguale.
Questa chiusura e questa arroganza, insieme alla mancanza di migliaia di documenti che non sono mai stati forniti alla Commissione, non hanno permesso di rispondere fino in fondo alla domanda di verità e giustizia che veniva dai cittadini lombardi. Sono però emersi tutti gli elementi critici del sistema sanitario che la politica regionale può e deve affrontare.
La relazione di minoranza ha sottolineato nelle sue conclusioni tre importanti tipologie nell’inadeguatezza delle risposte di Regione Lombardia all’emergenza Covid:
1) la sottovalutazione iniziale del problema, unito ad una chiusura della Giunta rispetto al possibile apporto del resto delle forze politiche ed istituzionali,
2) l’ingerenza della politica sulla tecnica,
3) le disfunzioni del sistema sanitario regionale, con il depotenziamento del servizio pubblico a vantaggio delle istituzioni sanitarie private.
Insomma, si è lavorato tra grandi difficoltà, ma l’inchiesta ha potuto sottolineare quali sono i punti deboli della sanità lombarda. Questo è il tempo delle scelte che vanno fatte ora per i prossimi anni: il PNRR dà risorse e indicazioni importanti, ma non basteranno a rendere migliore la sanità se non c’è la volontà di correggere i problemi creati in tanti anni di gestione sbagliata.
La Commissione lascia indicazioni preziose che spero vengano raccolte da chi c’è e da chi verrà dopo. E il modo migliore per farlo è cambiare finalmente la guida di questa regione. Noi ci siamo”.
Dopo l’emergenza Covid, la sfida per la sanità lombarda riguarda la recente riforma e l’istituzione delle nuove Case di Comunità. Cosa sono e quali aspetti necessitano a suo avviso una maggiore attenzione da parte della politica e del territorio?
“Le Case della Comunità costituiscono un elemento di novità importante inserito nella legge della sanità lombarda in forza della previsione e dei finanziamenti contenuti nel PNRR e possono davvero rappresentare uno degli elementi su cui ricostruire la sanità territoriale.
Esse dovrebbero infatti diventare il punto unico di accesso, accoglienza, informazione e orientamento del cittadino, devono avere natura multidisciplinare e multiprofessionale ed essere perciò costituite da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti, medici di continuità assistenziale, infermieri, collaboratori di studio, assistenti sociali.
La presenza della medicina generale nella sede di riferimento dovrebbe essere garantita 24 ore per 7 giorni la settimana con un’assistenza infermieristica di 12 ore per 7 giorni la settimana. Sicuramente una sfida ambiziosa ed importante, che potrà funzionare a patto che le Case vengano riempite dei contenuti previsti dal PNRR.
Nei primi mesi di applicazione della legge 22 del 2021 abbiamo già assistito a numerose inaugurazioni di Case della Comunità in tutta la Regione e questo fa nascere, spontaneamente, alcuni dubbi circa il loro effettivo funzionamento. Vediamo infatti il rischio di far partire delle Case “vuote”, rispetto al quale sarà doveroso monitorarne attentamente l’attuazione. Ciò vale evidentemente anche per la Casa di Olgiate Molgora, che costituisce l’unica struttura “spoke” fra le otto della Provincia di Lecco, dunque la più semplice, oltre a tutto realizzata a partire da un ambulatorio già esistente, che però non si può sottrarre alla verifica necessaria”.
Sul fronte dell’economia, i rincari di energia e materie prime stanno interessando la gran parte dei settori e in particolare l’edilizia. Cosa può la Regione?
“L’incremento dei costi delle materie prime e dei materiali da costruzione rende necessario un adeguamento dei prezzi per scongiurare la paralisi dei cantieri edili, assicurando alle imprese la copertura delle spese effettivamente sostenute e tutelare i cittadini.
Lo abbiamo detto noi, lo ha ribadito l’ANCE, l’Associazione dei costruttori edili, durante l’audizione nelle commissioni consiliari congiunte Attività produttive e Territorio e infrastrutture e lo ha deciso anche l’Emilia-Romagna, che ha istituito il nuovo prezzario regionale condiviso con imprese, professionisti e sindacati del settore.
Al riguardo noi avevamo presentato una mozione in Consiglio regionale, bocciata dalla maggioranza. Ci auguriamo vivamente che ci sia un ripensamento, perché il settore edile lombardo è in grossa difficoltà e le imprese sono a rischio di chiusura, con un effetto negativo a spirale che rischia concretamente di comportare il blocco dei cantieri e degli appalti pubblici. Certamente il Governo deve fare la sua parte ma è necessario che la Regione intervenga al più presto con una iniziativa importante come ha fatto l’Emilia Romagna!”
Si avvicina intanto l’ultima campanella dell’anno scolastico e si guarda al prossimo. Sul tema scuole è stato approvato nei giorni scorsi un ordine del giorno da voi presentato a sostegno delle scuole dell’infanzia autonome. Di cosa si tratta?
“Il Consiglio regionale ha approvato Linee di indirizzo per l’assegnazione dei contributi regionali per il periodo di programmazione 2022/2023 per le scuole dell’infanzia autonome non statali e non comunali. Stiamo parlando di scuole che svolgono un servizio molto importante sul territorio, che hanno una diffusione capillare e che in alcuni comuni rappresentano l’unica offerta didattica nella fascia 0-6, sopperendo all’assenza di strutture statali.
Come gruppo abbiamo fatto notare la carenza delle risorse assegnate, dimezzate rispetto al passato e l’incertezza delle stesse scuole nel garantire il servizio a fronte della riduzione di risorse. Il PD ha dunque presentato un ordine del giorno che chiedeva lo stanziamento dei 4 milioni di euro mancanti nel prossimo assestamento di bilancio trovando d’accordo la maggioranza. L’auspico è che quanto prima questi contributi possano essere erogati”.
“Filo diretto” con Raffale Straniero – Gli articoli precedenti
30 marzo 2022 – Scuola e giovani: il punto del consigliere regionale Raffaele Straniero (PD)
24 febbraio 2022 – Regione. Il punto di Raffaele Straniero (PD): “Sanità e trasporti, gestione fallimentare”