Il 25 febbraio a Lecco l’incontro con il Custode di Terra Santa
Padre Patton presenterà il suo libro “Come un pellegrinaggio. I miei giorni in Terra Santa”
LECCO – Tra il 21 e il 27 febbraio il Custode francescano di Terra Santa, Francesco Patton, porterà la sua testimonianza in nove incontri pubblici che si terranno fra Lombardia e Veneto, dal titolo “Il coraggio della speranza”.
I temi saranno la guerra che sconvolge Israele e Palestina da più di un anno e le prospettive di un cessate il fuoco permanente. Oltre che la liberazione di ostaggi e detenuti e l’apertura agli aiuti umanitari. Argomenti di attualità che si intrecciano con un bilancio umano e spirituale dei nove anni che padre Francesco Patton ha trascorso alla guida della Custodia, “missione” dell’Ordine dei frati minori, presenti in Medio Oriente da più di otto secoli.
L’occasione di questi appuntamenti è offerta dalla recente pubblicazione del libro intervista “Come un pellegrinaggio. I miei giorni in Terra Santa”, scritto con il giornalista de L’Osservatore Romano Roberto Cetera.
A Lecco l’incontro si terrà martedì 25 febbraio alle ore 20.45 in Sala Don Ticozzi. All’appuntamento parteciperanno don Bortolo Uberti, prevosto di Lecco, e Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco. Modera Anna Pozzi, giornalista della rivista Mondo e Missione.
Fra Francesco Patton ofm, è entrato nel 1983 nell’Ordine dei Frati minori. Sacerdote dal 1989 e nel 1993 ha conseguito la Licenza in scienze della comunicazione presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Dal 2016 è Custode di Terra Santa a Gerusalemme.
È giunto in Medio Oriente quando la guerra in Siria era all’apice. Ha assistito all’involuzione del mondo politico israeliano. Ha guidato anche in frangenti difficili come la pandemia, un’istituzione articolata e complessa che accoglie pellegrini e custodisce 55 santuari e gestisce 15 scuole con 12mila studenti. Patton ha condiviso un lungo cammino con le comunità dei frati nell’incontro ecumenico con gli altri responsabili religiosi.
Racconta il Custode nel volume: “Ho visto la distruzione, il dolore, la sofferenza, la fame. Soprattutto ho visto quanta distanza ci sia tra la fotografia, la narrazione, e la realtà della guerra toccata con mano. Ho attraversato strade piene di voragini causate dalle bombe, sono entrato in edifici semidistrutti, e ho incontrato gente che in quelle macerie cerca ancora di resistere e vivere. E poi ho visto quell’altra distruzione che è data dallo spostamento forzoso di intere popolazioni. Il 2025 sarà certamente impegnativo: anzitutto spero che sia un vero “anno santo”, sia cioè un anno di riconciliazione e di pace, un anno di liberazione dei prigionieri e di ritorno a casa di ostaggi, rifugiati e deportati”.
Il libro Come un pellegrinaggio ha la prefazione di papa Francesco, che sottolinea: «In questi frangenti drammatici padre Francesco ha saputo mantenere diritta la barra della barca affidatagli e moltiplicare piuttosto gli sforzi di vicinanza ai popoli colpiti da queste tragedie.