Giù la storica struttura del Garabuso che fu filatoio Rusconi e cartiera Cima
Dagli Anni ’40 venne installata la stazione (prima in Europa) per la prova meccanica dei tralicci in scala reale
LECCO – Un altro pezzo di Lecco cambierà radicalmente volto, per la stazione prova pali della storica azienda lecchese SAE (Società Anonima Elettrificazione) presto inizierà una nuova storia. Sono iniziati nei giorni i scorsi i lavori di abbattimento del vecchio fabbricato, abbandonato ormai da diversi anni, situato al Garabuso, in piazzetta Guerrazzi, al confine tra i rioni di Olate/Bonacina e Acquate.
Anche in questo lembo di terra affacciato sul torrente Caldone venne scritto un pezzo della gloriosa storia della SAE, fiorente azienda di cui oggi non resta praticamente nessuna traccia se non un monumento in viale Montegrappa ad Acquate (proprio dove c’era l’azienda) in ricordo di “SAE Lecco e dei suoi uomini” inaugurato il 17 giugno 2012, nel giorno dell’86° anniversario della fondazione dell’azienda, dalla libera associazione fra ex-colleghi di SAE Lecco, costituita sotto il nome di SAE Lecco Club (che ringraziamo per le informazioni e il materiale storico).
Il nuovo progetto che riguarda l’ex stazione prova pali del Garabuso (all’epoca una innovativa installazione per la prova meccanica dei tralicci in scala reale) prevede la rigenerazione dell’area con la realizzazione di un complesso residenziale. Però è anche l’occasione per ricordare un importante pezzo di storia della Lecco industriale che diede lavoro a generazioni di persone, creando ricchezza in una città che voleva rialzarsi dopo gli anni drammatici della guerra.
Proprio gli edifici che oggi sono oggetto di intervento, prima di diventare proprietà della SAE, furono fino all’800 una grande casa colonica di impianto secentesco con fucina, per poi passare intorno alle metà del XIX Secolo alla famiglia Rusconi di Acquate che aggiunse all’edificio esistente due nuovi fabbricati, un molino da grano ad acqua e un vasto filatoio ad acqua. Nel 1884 il complesso venne acquistato dalla famiglia Cima, imprenditori già proprietari di una cartiera nel vicino rione di Bonacina, così anche il complesso del Garabuso fu trasformato in una cartiera.
La storia della SAE
Era il 17 giugno del 1926 quando, dall’iniziativa di un gruppo di importanti società italiane (Falck, Edison, Ansaldo, Ercole Marelli, Tecnomasio Italiano Brown Boveri, CEMSA), nasce la SAE (Società Anonima Elettrificazione), istituita con lo scopo di elettrificare la linea ferroviaria Bolzano-Brennero. Nel 1938, visti i successi nell’elettrificazione ferroviaria, la società decide di entrare anche nel settore della trasmissione elettrica acquisendo i primi contratti in Italia. A Lecco viene creata la prima fabbrica di strutture in acciaio dedicata ai tralicci, che negli anni successivi si espanderà fino a impiegare, negli anni ’70-’80, oltre 1.200 dipendenti con una capacità produttiva di oltre 120.000 ton/anno.
Nel 1947 arriva il primo contratto di elettrificazione all’estero: la linea di trasmissione a 115 kV dell’Alberg (Austria). Al Garabuso, tra i rioni di Olate/Bonacina e Acquate, viene realizzata (prima in Europa) una installazione per la prova meccanica dei tralicci in scala reale detta “Stazione prova pali”.
La storia della SAE racconta di una grandissima espansione con attività all’estero, in mezzo mondo. Nel 1955 è proprio la SAE a completare l’attraversamento a 220 kV dello stretto di Messina con campata unica da 3,65 km e due torri tralicciate in acciaio alte 225 metri. Negli Anni ’60 e ’70 la fabbrica vive un vero e proprio boom grazie anche all’introduzione del calcolo automatico con l’elaboratore elettronico, SAE riesce a ridurre i tempi di calcolo, ottimizzare i progetti e gestire in modo automatico la fornitura dei materiali e le tempistiche di montaggio delle linee. Un nuovo mercato si affianca a quello tradizionale della elettrificazione: quello delle costruzioni metalliche civili e industriali. Dal palazzo per ENI a San Donato agli stabilimenti della Mirafiori e di Rivalta per FIAT, dalla Torre Turati a Milano, al telescopio di Medicina e lo stabilimento Italsider di Taranto.
Nel 1988 SAE si fonde con SADELMI Cogepi e c’è la seguente acquisizione delle società da parte del gruppo ABB. Viene creata la società ABB Sae Sadelmi che si occupa di generazione e trasmissione di energia elettrica. Tra il 1990 e il 2000 si assiste al consolidamento della presenza di SAE nel Medio Oriente e nell’Asia, con l’acquisizione di importanti progetti in Abu Dhabi, Arabia Saudita, Tailandia, Filippine e Malesia.
Vengono invece chiuse le fabbriche in Italia, i tralicci sono acquistati sul libero mercato o dalle consociate estere; in funzione dei mercati si instaurano partnership con fornitori selezionati.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Acquate, nel 1992 la SAE termina il programma di dismissione, nel 1993 cominciano le prime opere di realizzazione di edifici in edilizia convenzionata. La prima parte dei lavori sull’area termina nel 2003 con l’inaugurazione del centro commerciale.
Mentre nel 2005 ABB decide di uscire dal mercato delle linee di trasmissione e distribuzione. L’unità italiana, con tutto il suo personale, mezzi e competenze, viene ceduta ad un gruppo finanziario che la rilancia sul mercato con il nome di “SAE Power Lines”. Le fabbriche dedicate alla produzione dei tralicci e alla componentistica per le linee vengono chiuse o cedute a terzi. Nel 2008 ATSL, società del gruppo industriale indiano Gammon (Costruzioni industriali e civili) acquisisce il pieno controllo di SAE Power Lines.